lunedì 31 dicembre 2007

dedica per il vecchio e per il nuovo anno agli ospiti di questo litweblog






A ROBERTO CAVALLERA SENZA IL CUI SOSTEGNO NULLA DI QUESTO ESISTEREBBE
-A FRANCA DAI MOLTI NOMI SEGRETI CHE TANTISSIMO HA RESO POSSIBILE
-A JEAN DE BREYNE OVUNQUE EGLI SI TROVI
-A GRETA ROSSO PER LA PASSIONE
-A MATINA STAMATAKIS PER LA GENEROSITA' FINO A QUEL MOMENTO IMPENSABILE SOTTO QUESTO CIELO-
AL FANTASMA WEBBICO DI DITLINDE-
A LAURA SILVESTRI OSPITE SEMPRE ATTESA E DESIDERATA
A QUEGLI OSPITI PREZIOSI CHE SONO I LETTORI


domenica 30 dicembre 2007

didascalia iconografica che riassume le puntate successive

giornalino di poesia assoluta


e se da qui

un'insussistente trascolorante

canto di uccelli in un nanosecondo tutto dissolvesse

in filastrocche della merendina lettere e sillabe seminali ritornando a

cantare sirene angeli nubi del cielo?

scholia in tragica


dallo spazio delle uccisioni e dei dolori alla festa dei colori.nietzsche la notte di san silvestro ricorda l'affermazione platonica che nulla di cio' che e' umano va preso troppo sul serio[...].Dove invece spazio coincide con movimento occorre tutto si fermi,il racconto non racconta altro che la sospensione di questo movimento non un'altra storia,l'altro da qualunque storia,questo il punto da cui tutto ripassa,si veda il sacrificio come espiazione ,come destino o come sostituzione di figure,il che apre spazi semmai a qualche commedia inedita[...]

didascalia iconografica che riassume le puntate precedenti






sabato 29 dicembre 2007

principio della sfracellatissima novella detta del cahier des fontaines


il nero della copertina di cartone un nero lucido qua opaca là nero specchio nero di balthus aveva riflettuto miriadi di leggiadrissime lascivie in numero innumero ma oltre quella cortina evanescente di fantasmi il quaderno proseguiva a matita ed inchiostro stilografico, con l'aspetto di un piccolo libro mastro incompleto, lasciato ad impolverarsi, per tutto il corso dell'anno tranne che d'estate, segnature di un iperlettore sperso in ipertesti, un iperletterato nell'esplorazione delle conseguenze letali delle ermeneutiche nominalistiche, tags e metatags proliferavano a sempre peggio o meglio definire il nulla








Franz von Stuck: Fauno con Nixe


principio di conversazione intorno alla sfracellatissima novella detta del quaderno delle fontane, di nostra signora delle fontane


un santuario delle acque che siamo noi.
l'etimo della parola poeta come lo ricostruisce g contini, strappi da being blue di w h gass, escursioni al santuario con l'universo dipinto sulle pareti... l'umidità profonda in cui scorrono fiumi segreti... un solo episodio ambientato altrove piuttosto che nel sito principale: trattasi di grafemi anch'essi di ascendenza fiamminga. Non che episodi ce ne siano, non succede nulla, non vi si racconta nulla, eppure tutto ciò che può essere pensato è un romanzo... una composizione a contrappunto discontinuo, la cui stesura continua ormai da anni, fra il sorgere ed il calare dell'estate... stringhe parecchio assottigliate di filologia cinese, philosophical strip in evidenza un mostro su uno scudo su cui tutto e gia' stato raccontato ed insieme l'improbabile figura alata che piero di cosimo mise nella sua allegoria







Piero di Cosimo: Allegoria

sillabario degli epigoni - strofa conclusiva


recedere regredire riaderire a questa stuoia al
pavimento al fondamento dove si estingue di ogni
saggezza il fondamento oscuro cui volge ogni dire di
buon proseguimento......]


appunti in tema di fonosimbolica, sotto forma di sgorbio


la prima seconda terza lettera la finale ed
ultima è la quarta che non si vede e non si sente
il suono è la quinta
la durata la sesta
la risonanza nel tempo la settima
la ripercussione fuori del tempo l'ottava








Franz von Stuck: Pan





trascrizione in forma preliminare e riepilogativa intorno ad un digesto del sillabario degli epigoni



aeschylus, sette contro tebe, venni a queste immagini di numi quando udii alla mia porta rumore di grandine - l'Arcade non sembra giunto a logorarsi in piccoli scontri o a far onta del suo lungo viaggio







Piero di Cosimo: Mito di Prometeo e di Epimeteo



mercoledì 26 dicembre 2007

conversazione a sfondo tematico (preludio alla strofa conclusiva del sillabario degli epigoni)


di un biglietto che è esploso un dispaccio deflagrato
un'epistola scoppiata
una lettera detonata
una mappa dilacerata una missiva fracassata
una colonna spezzata alle porte di tebe
un bambino ed una bambina che volano via a cavallo di un matita







Piero di Cosimo: Venere, Marte e Amore (partic.)



pieghe di ventaglio II


il vuoto. tutto quanto già scritto
a lume spento: in stringhe, in lacci, in routines, in trecce, in algoritmi
nello sciogliersi di una chioma
in un ricadere di vesti
in un rapimento definitivo.






Piero di Cosimo: Morte di Procri


domenica 23 dicembre 2007

Giornalino di poesia assoluta. Prolegomeno rococò #1


Dertritte grimm - demoiselles d' honneur - hommage à w s burroughs - di' a laura che l'amo - il biglietto che è esploso p.49 - succhiata attraverso i genitali perlacei donna su dalla sua grande doccia di sperma - anelli di diamanti spruzzano fuori da te - dovrebbe essere tenuto a mente - corpi eiaculati senza una copertina - questo va tenuto a memoria nel volo di questa voce nel fiotto stellato che solo il buio può svelare celandosi esso nella luce che lo nasconde flessuosissimamente amplessandosi movimenti innumeri di steli senza numero ondeggianti fruscio di frasche e fogliame serpi come collari di cigno e urobori dentro all’esistenza che è tutto uno spruzzare di schizzi e zampilli rifluire di lettere segni e suoni in sé stessi pseudonimi di vuoto e silenzio segue allegato






Immagine: Jean-Antoine Watteau, Il giudizio di Paride (partic.)

Testo da compostxt


Parafernalia


Di che blu e turchini s'azzurrasse acquerellandosi un niente di niente

E che rosa assente vi s'invocasse più che evocasse a
Che oro s'alludesse di luminose specie e macchie e lune e galassie e quali
Istruttive osservazioni- il cielo in una stanza e quante serenate a tanto cuore
A tanta fessa a tanto fallo tanta tetta e tanto culo per imenei quasi celestiali


II

Qui: altrove tutt'altro guarda quell'apertura che inonda di luce la stanza vuota, là si trova la quiete, dal vuoto dello spirito la luce, che è l'infanzia della tenebra, in un contrappunto ed un controcanto nell'unico contraltare
La stanza che da sé si canta e vuota splende, una stanza in cielo


III

Guardate nella stanza chiusa, la stanza vuota
Dove nasce la luce, abaco la parete un segno che sparisce
il corpo


IV

Sussiste un algoritmo- lieu nul, vi si decifrano sirventesi
Ancora da scrivere e la sommità ne fiorisce in cuspidi
Al sommo e alla radice dell'albero cosmico, quale luce vi balla
Eppur sta ferma ,a che velocità altrettale seme fluisce l'ora su
E giù per meandri tube gole condotti trombe lungo i rami tutti e foglia per foglia ed ogni foglio
Una parete ,una pagina che estinguendosi cresce su sé stessa
In una metrica smisurata, abaco il foglio ed il segno sul muro


V

La parete dentro la stanza
Un abaco la parete
Dentro la parete una danza
La stanza un abaco a venire libri d'ore ove
Dilettosamente finiscono i tempi in un niente
Di niente


VI

"ORDINA IMMEDIATAMENTE LA PARTENZA. SE LA
MORTE SI AVVICINA DECAPITATELA.":
epifania di uno sguardo
innamorandosene scorrendo il passo in un soffio sospeso un viso
un quadro mai visto la metrica inventata di un evento smisurato
il simulacro di un volto- da che iridi promanasse o in quali si
riflettesse il vuoto luminoso che seta fluttuasse in quale
tenebra ove si posassero ceneri e polvere donde sorgono fenici
ne resta un segno sul muro il volteggio d'una chimera:


VII

(il sublime è adesso)
il bianco al centro vuoto del foglio
di una parete di una tovaglia:
Ne irradiano incantazioni di là dall'acefalia sdoppiata ai
Lati e della piaga invisibile di amfortas dentro la
Parete invece un abaco un battito d'ala un soffio un passo
In sospeso qui ancora la morte e da che iridi emanasse il vuoto
Luminoso ed in quali si riflettesse la morte ancora qui
A tergo risuona il nome:
che pone termine alla morte- angeli proseguono e demoni
e maghe in un trasparire di seta un calare di tenebre su
sfarinarsi di gessi e tremolio di cere sussiste un algoritmo
-lieu nul l'opera è nel foglio ma il foglio non è nell'opera
abbozzo spaventevole essi stessi sui piedi seni sul
posto senza muoversi luogo nullo


VIII

Uno schizzo da paura seta che ricade
Nel vuoto del cosmo sorpresa senza veli fino
A quale azzurro essi stessi sui piedi seni dentro il foglio l'opera tutta
E il volteggio della chimera luogo nullo che estingue
Ogni scenario abaco di segni una musica vi giace le polveri
E le ceneri che trasvolano tornando fenici in vesti termine al
D'oro in vesti di fumo in vesti di luce in vesti di gloria fu
Effetto di matita su una bianca trama luminosa si da
Risultare invisibile sinuoso tratto di danza il volteggio
D'una chimera il guizzo d'una sirena un segno su un foglio la firma
Il nome, di colui che pone termine alla morte






Immagine: Anonimo cinese (epoca moderna)

Testo da compostxt




sabato 15 dicembre 2007

veneri e sgorbi


del venerare ed esercitare veneri nel tracciarsi di sgorbi per quale altare fumassero incensi che schizzasse spruzzasse sgorgasse per momenti brevissimi in cui si riassume tutto avvitandosi intorno ad un asse invisibile in suoni in spire in strofe festoni e ghirlande i libri riaperti sui nomi di pafo di citera di notre dame des fontaines







Hieronymus Bosch: Le tentazioni di Sant'Antonio (partic.)



conversazione a sfondo filmico


[pensiero per m.m.]


a lume spento schermo vuoto disse le parole del filosofo nello svanire dei titoli di coda datele un corpo datele un cervello si riaccendano nel buio colori e suoni e le sigle dell'inizio il gigante che l'abbracciò di spalle invisibile lo chiamarono cinema non finirà mai






Hieronymus Bosch: Il giardino delle delizie (partic.)



giovedì 13 dicembre 2007

brevissima notizia su franz k.


il mondo sta ancora rotolando ai suoi piedi senza prenderne consiglio - vide una dea in fondo al giardino, l'ultima dea, ma non si trattava di eris le discordia, l'ultima dea, ma della prossima, la dea della felicità, codici solamente sfogliati, neutralizzato o distrutto ogni dolore - la letteratura sono le parole, nient'altro che l'impiego di un linguaggio e vi si gioca tutto - appena il tempo di un breve riassunto, richiamo di ombre, di aspetti, l'inventario insomma, tutto è pieno di dei







Hieronymus Bosch: Dei sette peccati capitali e degli ultimi quattro avvenimenti


martedì 11 dicembre 2007

da ora queste stringhe


da ora stringhe dentro pagine il cui senso principale è dato dal titolo in omaggio alle recognitions di William Gaddis - il sillabario degli epigoni è un volume parzialmente conchiuso cui si possono aggiungere o togliere elementi, l'infelicità un lusso banale e mediocre - per altro cammino, per di qui accedere alle muse, alle grazie, alla progenie titanica di mnemosine le zone erogene che schizzeranno in cielo






Hieronymus Bosch: Il giardino delle delizie (partic.)



domenica 9 dicembre 2007

sillabario degli epigoni - pausa lettura


[sparire] [già fatto], certe profondità spumeggianti che più niente esiste, ultime parole di l.f. céline che morrà poche ore dopo averle scritte - luci di quale città svaniscono intorno a medea che fugge su un carro trainato da draghi, QUALE CITTA’ SVANISSE ALLO SGUARDO DEGLI EPIGONI finalmente un paese visionario di cui si sono le visioni, riappartenenza della storia alla favola, di questa alle filastrocche delle merendine






Hieronymus Bosch: Il giardino delle delizie (partic.)


mercoledì 5 dicembre 2007

sillabario degli epigoni, in due istanti, con piccola parafrasi da lewis carroll


questa compagnia irrenunciabile discreta e continua di linee punti e tratti. Già: tutto è pieno di dei - credette di vedere un argomento invece era un sentiero che si perdeva nel pieno delle indie denso e dell'universo nel vuoto immenso - qualcosa che non è modello né copia un tracciato sempre più sottile non lo si vede che qui






lunedì 26 novembre 2007

sgorbio secondo con indicazioni di poetica riferibili al sillabario degli epigoni, quasi similare al primo





il drago ciò che c’è e non c’è ha nella biblioteca il suo spazio sovrannaturale - giacché la vera natura si è perduta, tutto può essere natura - dinnanzi al determinismo della natura si risponde con l’immagine e di fronte al pessimismo della natura perduta con l’invincibile allegria nell’uomo dell’immagine ricostruita
trascrittore è il termine ufficiale con cui sono definiti gli artisti che smanettano con le trascrizioni neurali, sia che le creino da zero o che le incanalino o smorzino le tracce - il veicolo che ti guida attraverso un’esperienza






sgorbio primo, preliminare al sillabario degli epigoni,includenti il teorema del cavaliere bianco ed i prodromi di una invocazione a Mnemosine





Invocazione a Mnemosine, la memoria, madre di tutte le muse - né donna né dea quanto di stirpe titanica chiamata in soccorso a ricostituire il sillabario degli epigoni, sì qualcosa resta mneme o anamnesi, da un presepe in fiamme o da uno scasso riuscito risultante dagli archivi di tebe, il colloquio dell’anima con sé stessa prosegue e si rinnova, parlando dell’eros è il bello stesso, parlando della città ideale è l’inserto uno dai quaderni dal carcere, e questa è poesia, questo quel che ne resta, qualcuno impiega il termine epigoni in modo abbastanza curioso e ci ricama intorno tutta una teoria sociologica bizzarra e sconclusionata: perché gli epigoni dovrebbero essere inferiori ai progenitori? Nella tragedia greca gli epigoni portano a compimento l’impresa che i sette a tebe non erano riusciti a compiere e questo essere sommo e uno non è soltanto sottratto ad ogni caducità temporale ed alla transitorietà dell’effimero - non è soltanto al di là, ha la sua esistenza in tutto quanto vi è di buono, ciò vale delle lettere morte di ciò che è scritto, tutto il dramma migrato in nomi e numeri, la tragedia tutta dentro la nominazione scandita in un teorema ludico: questo è il titolo che danno alla canzone, altra cosa il nome vero, altra cosa il modo in cui si chiama, altro ancora quel che è, disse il cavaliere bianco, la musica è di mia invenzione



sabato 17 novembre 2007

conversazione platonica preliminare al sillabario degli epigoni






si proceda qui velocissimamente cioè restando fermi. su questo e non su altro eternamente ritornare, plato, timaeus, la matrice della generazione, inumidita e infuocata punti di sospensione, si mostrava svariatissima d'aspetto, e per essere piena di forze non somiglianti né equilibrate, non era in equilibrio in nessuna parte, ma oscillando inegualmente, era scossa dalle forze e a sua volta muovendosi le scuoteva, un testo senza fine per chi pensa

ulteriore didascalia iconografica successiva al sirventese delle susanne, preliminare al sillabario degli epigoni, chiamata apologia della scrittura









immagini: Corradini, Alessandro Lupano - fotografie: Franca Rivarossa


lunedì 5 novembre 2007

MATINA STAMATAKIS - Inlusion for Deleuze



Inlusion for Deleuze

...
...
eyes comment [then erase]
....................
.....................second Deleuze

[inchoate, yes, as faulty girls
.............living in the same cubicle]
possessed by Oedipus.
.......................................Is amaranth
two lips of eternal purple
.......................or one suggestive
glance?

Budging with each revealed
kapok
..........................__No__


lies internal manifestation
all that chaosmosis lacks

bibliomancy yet romances
...............its own fleshy elements.

sirventese delle susanne - traccia terza ed ultima - apologia della scrittura e del silenzio, anticipazione del sillabario degli epigoni





per A L, in memoriam
La scena spostata a pafos piuttosto che a patmos per tutto il corso del lungo inverno monferrino miraggi che lentamente svanivano la stufa sempre accesa fenelon e ws burroughs dietro l’angolo dentro un angelo se fossero poi dodici i vecchioni menti mediocri in corpi che invecchiano o piuttosto qualcuno si fosse chinato sulla scrittura per sempre in giri di labirinti e spirali quale terminale geometria sprigionandosene la scrittura il silenzio e ancora la scrittura leggere




sirventese delle susanne, traccia due





A quale duende quale alcesti quale baubò quale nauhatl di donasse la figura nuda e bagnata quali andromede se ne sprigionassero e da che draghi nel ritorno sullo zero della scrittura una nube di sesso blu senza darsi del lei o del tu - chi compie viaggi esteriori cerca la completezza nelle cose, chi si dà alla contemplazione interiore trova ciò che gli basta in sé stesso, trovare ciò che basta in sé stessi è il modo sommo di viaggiare, cercare la completezza nelle cose non è il modo sommo di viaggiare, chi viaggia in modo sommo non sa dove va, chi contempla in modo sommo non sa cosa guarda euclide sempre più perplesso in una questione di sesso, del differente e non dello stesso dell’anteretro backdoor entrata posteriore il portale dell’amore niente più dolore



giovedì 1 novembre 2007

sirventese detto delle susanne, traccia uno



Dandosi e ridandosi e ridendoci danzandoci e ridanzandoci a clonazioni di sirventesi a nude susanne bagnate in brevi favole cortesi e gemiti svaniti di damigelle possedute, euclide perplesso in un affare di sesso, il differente non lo stesso, appunto non dello stesso ma del differente al divampare di venture nel vuoto della mente ed una proposta oscena: vivere senza pena



traccia di preludio al sirventese detto delle susanne e vita segreta di *



Preludio al sirventese detto delle susanne - vita segreta di *

Disnasce si decreta decresce, s’apparta e s’appartiene sacrifica all’anadiomene
Vive nell’autoreperirsi di strutture denarrative in che priapesche baubò e in quali codici neuronali riscritti nella preregistrazione del perdersi di quegli sguardi dentro quella donna nuda e bagnata


martedì 30 ottobre 2007

conversazione mai svoltasi sull'uso di sei mappe che ne precedono una settima




Mappa uno - il nostos di ulisse - ritrova l’isola e penelope poi si va a perdere nel fuorimondo
Mappa due - il nostos di agamennone, ritrova la reggia e la consorte, ma clitennestra lo uccide. insieme anche a cassandra ridotta in schiavitù, che, inascoltata aveva previsto tutto
Mappa tre - la rotta degli argonauti seguita da quella di medea, che compiuto il suo eccidio fugge in cielo su un carro trainato da draghi
Mappa quattro - il cammino dei sette contro tebe, seguito da quelle degli epigoni, che condurranno a termine l’impresa
Mappa cinque - le vicende di arianna e di fedra, che rimarranno un labirinto anche quando sembrerà risolto l’enigma spaziale dedalico dello specific site
Mappa sei - l’intricato arazzo degli spostamenti del marinaio sinbad


lunedì 22 ottobre 2007

quarta didascalia iconografica intorno ad un testo senza fine - di metonimia, metafora, principio di coincidenza e di non coincidenza











imago: Laura Silvestri / Maurizio Ovidi



mercoledì 17 ottobre 2007

Ditlinde Persefone Mendez - Il cuore dei vittoriosi





favolistici i giorni seguenti sotto un monsone che annunciava una poco promettente glaciazione, inutile provare a scongelarsi, il cerchio si fa troppo quadrato e la diagonale abissale, variazioni della danse macabre in questi fulgidi luoghi o presso i fratelli serbi, curiose forme di scoramento mettono a soqquadro lo spirito, restano copiosi emisferi della pasticceria barocca o bevande neurolettiche, giorno e notte un coro melodioso riempie il cielo, anche quelli accanto, sarà la magia degli gnomi da giardino o dell’altero sguardo della sposa, chiedevano smaniosi quando il prodotto avrebbe visto il giorno o forse la notte, visti i ritmi, sprofondarsi nel blu lapislazzuli delle oniriche miniature, trarne una roba eroica con troppi personaggi intrappolati tra fenomenali avventure, reclusorio con ritratto gigante di padre pio, fogliame che certificava la realtà dell’improbabile periplo e pretendeva di vedere già da sempre il cascante proemio scrupolosamente purificato dalle fusioni posteriori, il record nelle vendite garantirà prestigiose vittorie alla fiera dello spiedo o della pesca ripiena, centrifugate le cervella rimarrà un trasbordo in dancing rusticani o a un incontro di baseball tra psicastenici demotivati e ninfomani, il progresso un incantesimo per scienziati sprovvisti di mezcal o del volo sempre ronzante di seguaci devoti o digiunanti, speriamo tutti che si integri, ecco la saffica che scarica furgoni, altra defezione che altera i nervi di chi sta elaborando nuove morali, vorace dibattito su vite coniugali, progetti salvifici e altre scorie di successo, il paraclito o la voce peripatetica magnetizzavano gaglioffi addetti alle baldorie timorosi di finire in fanteria, teorici del contatto universale e della naumachia, nove porte e un decimo varco, alchimie per il lettore moderno infranto come la lancia di paride nel tumulto della grande troia, vasto attendamento sfavillante, oggi il saggista di grido lo definirebbe ibrido tra woodstock e potenti congreghe dell’oratorio, notevoli l’affluenza e l’overdose di atrocità musicale, carri astutamente decorati per la maestosa missione, persero l’orientamento nella superba cittadella, là dal ponte o dal periglioso varco nutriti raggruppamenti rinchiusi nella bertesca o in viaggio con tamburi, stendardi, aquile pieghevoli e damigiane, tutti i giardini, i boschetti, le siepi, traboccano di fiori e l’aria si spande in piccole onde di gioia, esplosiva kermesse tra padiglioni con antecedenti del barbecue e palchi mobili con castellane disgustate, quante pagine mancano, giornate devastanti polverizzano il rimasuglio di forza pneumatopsichica, essendo il sarcosomatico ancor più deteriorato e bisognoso di restauri o rifacimenti che non si sa mai, nell’ordine un paradisiaco non-stop ormai ciclico che ricorda la traboccante fabbricazione di bronzi rituali ma i pezzi prodotti e il sacro utilizzo potevano forse contenere filtri ipnotici, coriacee operazioni di salvataggio, coordinatori esasperati dalla non produttività, clima ancor più grave del venerdì santo, indiscutibile eccellenza di pensatori logici che tutto vedono prevedono e anticipano con tonalità funeste, trafitti dalla saga, possa sbarcare un esorcista a risanare il tutto nell’attesa dei re magi, ritorno dalle fiandre e da poco apostoliche gite, altri arrostiti dal transito africano e da un safari in saldo con scorta armata, atmosfera sublime e raggiante, niente cene di gala, entusiasmo convertito in dracme da arpionare, non si discute, non siamo ancora a gerusalemme, riapprodano i rapaci proferendo altre assurdità strategiche, non ce la facciamo, affianchiamo qualchedun’altro, diecimila caratteri, piazza dei bovidi da cui fuggire con un caicco o leggerissime nuvole tra la solennità della ridente enclave di serenità e pace dove circa un anno prima transitava il senatore del regno prima d’esser folgorato dalla potenza della basilica mariana, verso la serafica mescita tra intrugli e kilometriche sovradeterminazioni che potevanoo proseguire per quindici ore o giorni, che differenza fa, I know all there is to know about the crying game, gandharva fuori dalle tavole sinottiche prima che finisse il funesto anno, esterno giorno, sole abbagliante, ventanilla con corte metallica, tocco lenitivo e forse di pacificazione di tutte le percezioni, l’indomani molto diverso, mille domande sui perché e i per come e considerazioni del tipo dev’essere stata dura per lui, l’amico che doveva sapere e proprio non riusciva a sospendere il giudizio o forse si era persuaso che fosse una storiella hard-core, in un bovindo o in chissà quale golfo mistico, sognando una non-conclusione modello matador senza consacrarsi a dionisiaci protocolli, mal d’auto continuo in mezzo a ottusi mitomani e altre fiorite sindromi da riempire una summa dei lazzaretti o iniziarsi ad ammaestramenti cabalistici, immotivati rovesci invasero il ridente spazio, passaggio in capiente mitreo dalle raffigurazioni psicotrope, acustica che poteva procurare trance, il quatuor spossato in fuga con calici di rosso, fuori un freddo crudele, c’è tanto da imparare


lunedì 15 ottobre 2007

strofa di nuovissima maniera o prosa


- natividad y natividades - plateau - atto per così dire secondo
Scena prima ed ultima in forma di obblighi perenni perpetuamente disattesi
Per la singolare circostanza del non essere in luogo alcuno senza per questo
Trovarsi ovunque - eppure: demoiselles d'honneur da qualche parte a dirla breve qui
Asintoticamente nelle forme disimmetriche e perfette dell'omaggio e dell'oltraggio lo
Spirito blu a riempire di colpo la figura che è essa stessa parte dello spirito e
Della liana dove vive ringhiando e guaendo nella gola narrante l'intesa a quattro zampe natiche aperte piedi nudi immagini seppiate in un vecchio libro crepuscolo spasimi di delizia voltando la pagina si sente contorcersi la rosa viva del miracolo dentro la carne.


strofe provvisoriamente intitolate a ninfali decostruiti


Dertritte grimm - almanacco - natividad - demoiselles
d'honneur - stabat nuda aestas - strofa quarta di molte - nell'orrore ambiguo
e a suo modo incantato della prima neve -
Andersen sullo sfondo in cristalli di rocca verso
Il cuore desolato dell'inverno nient'altro che una
Stazione da oltrepassare
Tombe sotto la neve a Confreria
Si traduce con stava nuda l'estate
Surrexit, segue
Quale estate invocasse eterna e rossa
In quale gelido disperato inverno
Come da dentro e da ovunque la evocasse
A rispondere si direbbe invisibile l'amica una voce
Fra il viandante e la montagna un tratto di pennello
Una scalfitura sottilissima un inciso o che
Del genere se mai un genere esistesse o fosse mai
Esistito - come potrebbe esistere ancora? Folletti si nascondono e cantano
Elfi cantano e si nascondono
Fra corolle corde d'arpa e violoncello
Incidono dischi registrano nastri masterizzano cd
Variegatamente amoreggiano en plusieurs sexes
Quasi un cartone animato di voci e colori vivaci
Sipari su sipari ripari da tutto infatti
Un riparo da tutto in questa voce




La donna di Tracia a correre strapparsi le vesti e
Denudarsi il seno lungo fiumi non identificati
Rimanendo avvolta nel più nudo mistero
Per l'altrove dentro la menade stelle scivolano nell'oceano
Squilla la quarta tromba la luce stia arrivando
Appresso alla notte frazionata in veglie più che tante.


Roberto Cavallera - Underskirt parasite






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imago: Maurizio Ovidi


sabato 13 ottobre 2007

Jean de Breyne - Nulla fu realmente detto

(Nulla fu realmente detto)

Ad ogni volta la traversata dei paesaggi
Dentro lo spunzone di roccia vi è il pensiero
Il sentimento di salire e ri-discendere
Certuni raddoppiano la vostra andatura
Voi non sembrate affrettarvi
Ma talora vi trovate davanti
Con il soffio tranquillità esterna
Dentro la nebbia piena di sole
Braccia timide che ballano come
Anche le mani
Lo stelo minuto di fiori fragili
Ma da non rompere parola vigilante
Come gli occhi piccoli e preziosi
Dentro i loro scrigni di sopracciglia
Il ricamo dei denti
Alcuni ponti attraversano l’acqua
Nell’acqua vi è il pensiero nell’andatura
Nessun è libero dall’aver da partire
Lo stesso cielo del giorno
Qualcosa viene la notte
Ciò che fu rimane invisibile è nell’aria
È dentro il paesaggio dentro il pensiero

(trad.Riccardo Cavallo)

giovedì 11 ottobre 2007

Ditlinde Persefone Mendez-Algoritmi

ferma come il tuono la seggiola di chi lo cerca è stabilita oltre il vuoto dello spazio, oceani di sorprese, oasi faunistiche introvabili altrove, prodotti catastrofici e smargiasse immerse nell’ossigeno o nel mercurio bramose di annientar cervantes e compiuta donzella, zazzere poco linde a bordo di pick-up scarlatti e nerborute dottrine sortite dalla roccaforte delle margherite, perfido clima bofrost che non vuole finire e ancor più deliranti vicissitudini, inverosimili riciclaggi in darsene dell’ergastolano, strabilianti iniziative psicosocioeducative in un’urbe sempre più catatonica, fitte compilazioni e spilorci benedetti da massoni deviati o altri seguaci del saccheggio scoordinati da dinamismi particolarmente anali, fosche industrie di fotocomposizione di cialtroni inamidati che tutto stravolgevano e uccidevano chi gli passava davanti sfoderando insultari moderni tra ficus in plastica, ritratti di sandonbosco e ghiande miracolose, coriacee leggi di mercato o aforismi borsistici, occhi di fiamma e dita come uncini d' acciaio, striminzite royalties su chimeriche operazioni, portentosi universi della caporalesca imprenditoria, meglio una fuga in polinesia o una trasfigurazione in pavone, frattanto circensi avvenimenti, individui distrutti dai palagi governativi o da storiazze con genti omeriche entusiaste scompagnate da connubi asfittici, ampollose meditazioni e futili sessioni marziali, restituire la spada in cambio della propria salvezza, esperienze iperboliche e altri stati alterati, svuotamento di fitti depositi esistentivi tra vini prestigiosi e sontuosi carichi di narrazioni non proprio telegrafiche, in mancanza di perfetti arsi sul rogo cottura di carni rosse e del genere femminile, la sua presenza lo deteriorava quindi si vedeva costretto suo malgrado a interrompere i rapporti di frequentazione, da tempo sognava di essere pressato da una radice quadrata, si addormentò finendo in un pascolo poi in un canale e in una serie di arbusti, cataloghi di tutti i mali dell’universo e delle virtù di fidanzate a modo e perbene munite di cerchietto antistupro, giona nella balena, casacca spigata e pacco-dono, dopo il desco la giostra davanti al padiglione, la bella fanciulla gli riappare ed egli apprende che per toccarla deve morire e lasciarsi togliere la parola o dilaniare il sovrano della clorofilla, epiloghi terrificanti di chi è affranto da numeri e moduli, erano stati insieme a sciare e avevano rimorchiato due slavate pretenziose, narcotico cicaleccio saturato di stoltezze ricucite in tempi minimalisti, faticoso stanare la vita internautica di anastasia di sirmio, inadeguati slanci psichici per catturare sgangherate tradotte, affrontare moltitudini ossequiose, mostrarsi risoluti o vendicativi, ya viene el dia, nel trambusto un genio sprovvisto di lampada, la chiave di volta di un mondo armonioso, apertura, confronto, forza trainante, ventaglio di valori e talenti, condivisioni di una storia collettiva dalle polarità mutevoli, più funesta del colera, fiacchi protocolli per dire che era preferibile infilare l’uscio, cappuccio con brioche per pensieri vitaminici o azioni più programmatiche a seconda del santo del giorno, dalla grigliata alla trattativa fatale, esseri angelici s’aggirano con ali in cartapesta tra la sequenza di disorientati nei ridenti corridoi accalcati, s'inoltrano con l'arpa e nella selva dove incantano le fiere s'inselvatichiscono, che tripudio di leggiadria, così sia

mercoledì 10 ottobre 2007

L'anima che legge


L'anima che legge si legge in luoghi
Lontani intimi prossimi adiacenti figure
Sono pellegrine dell'età di mezzo a volte
Silenziarie dentro grezze sottili tonache
Pochissimo altro trascorrono in passi
Vale a dire lascivie fuoritempo fuoriterra oltremodo
Che sono categorie immutabili dello spirito
Procedono per sentieri incantati dentro giardini segreti
E fioriture d'inverno da miriadi una sola da una
Miriadi i cui passi un labirinto un succedersi di
Volute una ininterrotta linea di luce fin qui dentro


continente estinto


Il sestetto o sestina fra
Non intese metafore elisie vellutate
Delizie in una memoria anteriore
Successivamente decifrate in parentesi:
per M.C., lei, al centro di un continente estinto
nei prolegomeni all'interregno degli arconti e
alle già presenti non forme di un potere dissolto
a empirsi in ogni luogo di sé nel prendere essere
presa il passo invisibile dal poker alla scala
reale corpi ad invadere lo schermo né più e
non ancora schermi ad invadere corpi, fabula
docet, per iperbati, metafore di metafore

grifoni


Questa bimba a chi la do
Ma ai grifoni di dante alle chimere a un che la salvi dalla vita adulta a un fascicolo di opere esplose a queste mani, cit. in: dertritte grimm lehrjahre natividades demoiselles d’honneur plateau sans fin alla rossa finzione di un rettifilo perché no al sadomaso a questa apocalissi senza riguardi e senza ritegni il che è l’unico galateo praticabile a floreali sonagliere che la stringano fino a estinguersi in un soffio che sia una nota di violoncello senza riciclaggi del minimale in franchigia da letali illusioni di possesso, seguita


a Dante


- questa bimba a chi la do - almanacco -
Ai negromanti, naturalmente. Precisamente: a Tiresia
L'indovino cieco che mutò sette volte sesso e innumeri altre
Forma per lo più di serpente o a Cassandra dal fato ancor più discutibile
Entrambi inascoltati o fraintesi
Piuttosto restituirla a Dante oppure riprendersela subito in queste
E tali mani - per sempre


questa bimba


Dertritte grimm-natividad-plateau-almanacco- intervento primo
Questa bimba a chi la do.
Magari al boia.
A nessuno a questa voce che la culli per sempre
A una carezza che la estingua e persista eterna nella sua
Anima altrettanto sottraendola agli spropositi della fatalità più cieca
Prendendola infatti così e come con tali mani
Scintilla al fondo di una costellazione moltiplicato per
Fantastiliardi lo splendore in questa primavera in questo autunno
In questa stagione senza tempo e senza senso


martedì 2 ottobre 2007

Roberto Cavallera - da "blister"


1.

torpore da (reverie
rivista magra, magra, sottilissima
(passa subito

abbagliamenti da scena
riprenderli tra secoli
riprendere il discorso
(circa il poco che


2.


a lato trasparenti

piacere sopportato

ortografia sconcia - ignota
(sotto lucidi) (sereni

serena milite assenza
vuoto
riparo
(senza


3.


sopra luminoso
dentro)
ripartiti - divertiti
spaventosamente estesi
prima stringa luminosa continua
in quale posto
da chi
di chi


6.


trasmessa
una linea un braccio
ecco:
perché:
in corrispondenza di movimenti
di riflessi
presto dunque

contenuti in razze - famiglie - memorie
fumi di scorie
lumi di cose
non si


7.

dismisure necessarie
dismisure brevi
uniti i puntini
riempiti gli spazi (una volta, due
supporto:
rec/ chiuso
sfattimenti
raccolti in numero di


9.


succhiamento a pieno
sugna del collo
sabbia
prima condizione
allenata assenza di sviluppi
definitivi tempo e condizione
vengono sopra
definizioni prive di preghiera
spese le
ignorate le
suddette riposizioni
giunte al tatto
che sono cosa fatto cosa ho/ha
vengono sopra


10.


dette date
perse tenute
percorrerle a
dicendole / vedendole
saperle durate
con estensioni svagate di viste
di totalità
misurate con metodo
ecco
aspettano (l'aspetta sotto
una uno
già costruiti
(l’effetto momentaneo:
il regno
il tempo
arriva
uno
una
chi prende chi
(si prevede attività in settore




abiti cuciti da fate


abiti cuciti da fate, porpore tessute da nereidi in caverne sottomarine
per nudità sette volte denudate, in un'oscurità tre volte oscurata
ora un filo tirato sopra e sotto il tavolo un corpo in un
algoritmo in un corpo luogo nullo di cancellazioni incrociate-una voce:
diamanti che esplodono in luce.

prosegue a matita: nell'illimite cornice che è
una periferia senza centro nei gesti multipli e singolari di
corpi senza organi, in nomi che sono ospiti nomadi in
precessioni non lineari di monadi, nel fondo curvo di una coppa
nelle pieghe d'un ventaglio nell'estasi di menadi qui altrove.


seconda didascalia iconografica sull'idea di una città e di un testo senza fine per chi pensa


Lot e le figlie - da Cort e Goltzius



<

prima didascalia iconografica intorno ad un'idea di città e di un testo senza fine per chi pensa






elementi di conversazione intorno all'idea di un testo senza fine per chi pensa


Sì, il favore delle Muse. Ciò che Omero dice al riguardo penetra nel cuore, tanto è vero, tanto è terribile (...). Questo è un testo senza fine per chi pensa (...). Fonte: Friedrich Nietzsche


seconde conversazioni preliminari ad un'idea di città e di testo senza fine


- forse era solo un sogno erotico. L'intera cosa era una città costruita per un pensiero di sesso - per di più ogni sostanza è come un mondo intero e come uno specchio di tutto l'universo che ciascuna esprime a suo modo, così come una città è diversamente rappresentata seconda le diverse situazioni di chi la osserva>



conversazioni preliminari ad un'idea di città e di testo senza fine


<è possibile trovare una linea geometrica la cui nozione sia costante e uniforme secondo una certa regola, di modo che questa linea passi per tutti i punti>


martedì 18 settembre 2007

scholia in tragica - parergo interlocutorio


Fedra, Ippolito, fra Racine ed Euripide; il circuito incestuoso mai attualizzato ma incombente - la predatrice è Venere, per intero attaccata alla sua preda. Ma l’assassino è il pudore, nelle sue forme più svariate, vergogna, senso di colpa preventivo, ritegno; dilaniamento e suicidio gli fan compagnia. Fra 1150 e 1200 i trovatori e gli estensori delle razos e della vidas articolano i presupposti di un’altra scena:
…que ac nom Madonna d’Aia, aquella que dis al cavalier de Cornil qu’ella no l’amaria, si el no le cornava el cul. Filigrana o fantasmatica dell’unicorno? Stilnovismo ed amor cortese in nuce? Insostenibile sia filologicamente che sul piano della critica letteraria, che d’altra parte allignando fra giornalismo e accademia non può neppure sfiorare tali questioni

(seguita, inevitabilmente)



elementi di una conversazione sullo spaziotempo


Smantellare la struttura formata dallo spazio e dal tempo che l’universo ci avvolge addosso la prima volta che raggiungiamo la coscienza>qualcosa (qualcuno) che non c’è mai stato, eppure ritorna, il fantasma.
I sistemi temporali, derivati secondari da ipotesi geometriche.



lunedì 10 settembre 2007

scholia in tragica - Princess Monodose


Le stanze di Princess Monodose opera recentissima di Roberto Cavallera, già presente sul suo litweblog prosthesis, si sono rivelate indispensabili anche per queste pagine. Ripercorrono quell’istante e quello spazio insondabile in cui si interrogano e si rispondono a vicenda affabulazione e dettato poetico, dissolvendosi l’uno nell’altro e dando luogo ad un oggetto nuovo. Questo oggetto nuovo è una cornice ad alto tenore drammatico ed erotico; però non contiene alcuna figura, così come è del tutto refrattaria a qualunque narrativizzazione o novelization che dir si voglia. Non si risolve in narrazione o racconto, apritisesami e chiusure assolute vigenti e cogenti; fa invece del suo principio costruttivo una serie di sottrazioni, di tagli invisibili, operazioni più vicine alla magia che al gioco di prestigio. Allora il concreto concatenarsi di corpo, eros, cibo si fa contorno di figure definitivamente assenti. Che ne è della tragedia, del suo mutarsi in dramma e delle metamorfosi che subisce? Qualcos’altro. Il dramma resta (la tragedia è tutta nei nomi), ed il nome del nome non è il nome, da Laozi a Lewis Carroll e oltre: va (quasi) da sé che qui non si tratti più d’una o più questioni di critica o teoria letteraria, e che s’avrà a conversarne con altri mezzi.



sabato 8 settembre 2007

Roberto Cavallera: Princess monodose

i.
corpo sottile - burro - bastava vederla camminare - vera - vivente - tutto insieme - nessuna possibilità - non si può - evidente - una sfida - attacco - a fondo - quelle parole - effetto di piena - avrebbe voluto ancora tempo - cominciava - aveva deciso la cosa migliore - aveva scelto - si sistemò - più forte - nera - più a fondo - dominare - stretta in un vortice - sprofondare - con forza - corto - bianco - quel punto - fuori - lei stessa a far cenno - lentamente - più a fondo - di nuovo - magnificamente plastica - alla fine - a niente

ii.
non si dica - meglio così - tipo vedere - sotto luce - piano ogni colpo - capito il modo - in mente - in corpo - di schianto - una morsa - posizioni possibili - ruoli invertiti

iii.
parafrasando - venne spontaneo esclamare al suo sguardo - senza parlarne a nessuno - avrebbe cose da fare - possedere - adatta nonostante il dolore - possesso - non altro - grazie per il comando che mi hai dato - poiché - io - stupidamente - da sola non ci avrei pensato - non altro

iv.
in ogni caso nessuna esitazione - nessuna esitazione - un primo assaggio - nonostante la sorpresa a muovere - a tremare - posizionare - nero - bianco - sopra - ammirare - veloce - bianco - nero - allora

v.
ringraziò per aver capito cosa avevano in mente - ore di attesa prima che arrivassero - per combinare qualcosa - altro tempo - entrare subito - adatta - trasalire e subito cambiare - facendo cenno - più forte - sia nel suo sguardo la predisposizione a - come che

vi.
fino all’elsa - fino a sfiorarmi - dondolandole il capo - dai - muoviti - i denti - il ritmo - direttamente le dita - intinte - rideva - come conviene

vii.
matrigna - intrattabile - astiosa - una volta ogni tanto - si fa movimento - accelerando - rallentando - in modo da far durare lo stato - il tempo - le figure - alla fine - evidentemente precedenti - qualcuno - in mano - con voce

viii.
felice di far presto - non completamente - ma quasi

ix.
confine ingenuo - rappresentato - fatto - ogni volta l’ultima - per ultima - trovare un’altra

x.
vedere a sua volta - un attimo - era quello che voleva - esasperare quel modo di fare - intanto una specie di appunto - di gioco complesso - interrompere ogni trattamento

xi.
agitandole vistosamente all’aria - passava e ripassava - perdere tempo - prepararlo - poi finalmente si decise - lo appoggiò - spinse senza fatica - si fermò un attimo - dentro - alla radice - vederlo sparire e riapparire - meglio - trattamento tipo

xii.
inarcava parole rimanendo all’altezza della bocca - sempre dentro - di nuovo

xiii.
combinare risposte - alta - giovane - ben fatta - una foto con lettera

xiv.
situazione - alto - biondo - robusto - prototipo di linguaggio poco ortodosso - aveva accettato più per puntiglio che altro

xv.
evitare i pianti - assolutamente - avere condotta vergognosa - rendimento scarso - fatta accompagnare alla porta - perso in ricordi - lì - dopo - il nodo della cravatta - con decisione - un’ostentazione di sicurezza che nascondeva un imbarazzo - forse persino un senso di paura che aveva origini profonde - dovute a esperienze non proprio felici - fronte del piccolo - avvertito fatto - di respiro in pausa - con passo disinvolto verso l’apparizione - sorrideva cortesemente - allagando ogni angolo della piena - rompeva ogni argine - come fontana rimasta arida da tempo - esausta senza dire - per poco riposo - sopra cosa divina - senza

xvi.
violenta - molto breve - non ci fu transizione nel suo comportamento - per vedere di scoprire cosa non funzionasse - scosse la testa - non c’era più nulla - parlò precipitosamente - vedi - tu sei sempre stato un buon amico - se volessi provare tu potresti poi dirmi come comportarmi per farla tornare - non appena possibile - senza

xvii.
a meno che non rientri nel gioco - come rispondere - stretto - si alza portando a termine altre minime variazioni

xviii.
una certa manovra - sotto - ampiamente - senza soluzione - conservata a lungo e sempre - minuscole - disposte al momento - per vocazione - devotamente - cambiando posizione - interminabile abbondanza

xix.
carica all’inizio - percezione esatta - desiderava fare altra circolazione

xx.
l’intera pista - senza limite - vista infilarsi con gesto furtivo - gridando - come una volta

xxi.
relazione prima degli avvenimenti successivi alla conclusione

xxii.
in bocca la sacca - il bordo - le dita nervose - contro la massa viva con colpo preciso - importava niente - luogo al riparo da ogni tensione

xxiii.
ben chiaro - sicuro - ideale - unico - nessun limite a ciò che ciascuno di noi poteva fare o subire dall’altro - senti

xxiv.
tutte le storie - il motivo dei silenzi - si dice capace di sentire - di accompagnare fuori con sguardo diretto - infuocato - di salire per qualche minuto - davanti - diviso tutto - pareggiato - intorno al collo - preso nelle mani - con forza - si lasciava fare mostrando cosa fare continuando fino a

xxv.
aspettato - urgente - sotto forma di segno - disprezzo - in posizione - con spinta breve e intensa - in accordo su ogni punto - toccava - non attendeva altro - scese senza problemi - un grido inizialmente - trascinare ritmicamente più forte - saldamente per i fianchi - avida - avendo ben fissa l’immagine - senza posa correva - vista - ancora pochi colpi - un fuoco le sue gambe - tremavano

xxvi.
non fece obiezioni - spingendo in avanti una prima prova - infilando toccava - altro tempo a sorpresa - ad un tratto mormorare - in fondo sono cose - continuava - aveva preso - messo - un lampo negli occhi - sorrise - prese

xxvii.
strano posto - una bellissima aria di sole - il minimo attimo di brevi giorni - davanti - pronto - ben tenuto - letto - pavimento - muri di colori percorsi da scritte di ogni genere - avevamo comprato cibo - vino - vestiti - pelle - fiato - non v’era bisogno d’altro

xxviii.
continuava a tormentarlo sbattendoci addosso la massa degli intestini - colta di sorpresa emise un gemito - sempre più forte - altri incontri - altri giochi - tutti i fatti successi - non fu difficile arrivare alla soluzione - non ci fu bisogno

xxix.
prima - in quel modo - a lungo - la bocca - la gola - addosso - di schianto i venti in mezzo - in fondo

xxx.
niente da obiettare - perché fra oggetti in cerca di qualcosa - a contemplarli - chiesto - disse ad un tratto - da qualche tempo mi ha detto che vorrebbe provare - cominciando cosa - era chiaro che a quel punto non si trattava proprio di una discussione astratta - un primo morso - un vero e proprio colpo di denti - mordeva - duro - smetteva e ricominciava - dolcemente - ordinato - calmato - così - poco per volta - alternare - a tratti l’illusione del comando - passare a un ruolo attivo - replicato - finto - scoperto

xxxi.
non è certo finita qui

xxxii.
cominciavano male - enormi - gonfi di calore - a vuoto - scoperto il gioco - disposto a giocare

xxxiii.
discorsi abbastanza espliciti - parlavano di sensazioni - volevano provare - prendere - ti piace fare - chiedere - pretendere - obbedire - spinto sulla gola - il collo - intanto

xxxiv.
due in tutto - dissimili - con esperienze differenti alle spalle - percorsi diversi nello spazio e dentro se stessi - nello stesso luogo nello stesso momento - complementari - niente nella vita è casuale - tutto è determinato - attraverso le nostre scelte - in un luogo dentro di noi - storia di m e del suo incontro con e - aveva girato a lungo nella notte - in un angolo buio aveva cominciato ad esporle il suo problema - affogare la sua malinconia in un bicchiere - chissà per quale strana magia - lei pervasa dalla stessa magia - non ebbero bisogno di dirsi molte parole - si comunicarono vicendevolmente il loro segreto - gli occhi della donna che già sentiva di amare - il suo sguardo - uno scintillio - per terra un uomo che ama

xxxv.
mentre con la voglia di conoscere cercava di stare dietro a quel ritmo scatenato cedeva aprendosi come un fiore - ostrica soffice e chiara con mille sapori raccolti - il grande momento finalmente arrivato - a fendere l’aria cercando qualcosa - con gesti lenti a salire - stringendo - scendendo

xxxvi.
dolce liquido improvviso - a fatica - bloccato - stagno - alto - casualmente un piccolo grande segreto - bisognava vedere se lei si accontentava di quei simboli di violenza - rispose sorridendo