lunedì 26 novembre 2007

sgorbio secondo con indicazioni di poetica riferibili al sillabario degli epigoni, quasi similare al primo





il drago ciò che c’è e non c’è ha nella biblioteca il suo spazio sovrannaturale - giacché la vera natura si è perduta, tutto può essere natura - dinnanzi al determinismo della natura si risponde con l’immagine e di fronte al pessimismo della natura perduta con l’invincibile allegria nell’uomo dell’immagine ricostruita
trascrittore è il termine ufficiale con cui sono definiti gli artisti che smanettano con le trascrizioni neurali, sia che le creino da zero o che le incanalino o smorzino le tracce - il veicolo che ti guida attraverso un’esperienza






sgorbio primo, preliminare al sillabario degli epigoni,includenti il teorema del cavaliere bianco ed i prodromi di una invocazione a Mnemosine





Invocazione a Mnemosine, la memoria, madre di tutte le muse - né donna né dea quanto di stirpe titanica chiamata in soccorso a ricostituire il sillabario degli epigoni, sì qualcosa resta mneme o anamnesi, da un presepe in fiamme o da uno scasso riuscito risultante dagli archivi di tebe, il colloquio dell’anima con sé stessa prosegue e si rinnova, parlando dell’eros è il bello stesso, parlando della città ideale è l’inserto uno dai quaderni dal carcere, e questa è poesia, questo quel che ne resta, qualcuno impiega il termine epigoni in modo abbastanza curioso e ci ricama intorno tutta una teoria sociologica bizzarra e sconclusionata: perché gli epigoni dovrebbero essere inferiori ai progenitori? Nella tragedia greca gli epigoni portano a compimento l’impresa che i sette a tebe non erano riusciti a compiere e questo essere sommo e uno non è soltanto sottratto ad ogni caducità temporale ed alla transitorietà dell’effimero - non è soltanto al di là, ha la sua esistenza in tutto quanto vi è di buono, ciò vale delle lettere morte di ciò che è scritto, tutto il dramma migrato in nomi e numeri, la tragedia tutta dentro la nominazione scandita in un teorema ludico: questo è il titolo che danno alla canzone, altra cosa il nome vero, altra cosa il modo in cui si chiama, altro ancora quel che è, disse il cavaliere bianco, la musica è di mia invenzione



sabato 17 novembre 2007

conversazione platonica preliminare al sillabario degli epigoni






si proceda qui velocissimamente cioè restando fermi. su questo e non su altro eternamente ritornare, plato, timaeus, la matrice della generazione, inumidita e infuocata punti di sospensione, si mostrava svariatissima d'aspetto, e per essere piena di forze non somiglianti né equilibrate, non era in equilibrio in nessuna parte, ma oscillando inegualmente, era scossa dalle forze e a sua volta muovendosi le scuoteva, un testo senza fine per chi pensa

ulteriore didascalia iconografica successiva al sirventese delle susanne, preliminare al sillabario degli epigoni, chiamata apologia della scrittura









immagini: Corradini, Alessandro Lupano - fotografie: Franca Rivarossa


lunedì 5 novembre 2007

MATINA STAMATAKIS - Inlusion for Deleuze



Inlusion for Deleuze

...
...
eyes comment [then erase]
....................
.....................second Deleuze

[inchoate, yes, as faulty girls
.............living in the same cubicle]
possessed by Oedipus.
.......................................Is amaranth
two lips of eternal purple
.......................or one suggestive
glance?

Budging with each revealed
kapok
..........................__No__


lies internal manifestation
all that chaosmosis lacks

bibliomancy yet romances
...............its own fleshy elements.

sirventese delle susanne - traccia terza ed ultima - apologia della scrittura e del silenzio, anticipazione del sillabario degli epigoni





per A L, in memoriam
La scena spostata a pafos piuttosto che a patmos per tutto il corso del lungo inverno monferrino miraggi che lentamente svanivano la stufa sempre accesa fenelon e ws burroughs dietro l’angolo dentro un angelo se fossero poi dodici i vecchioni menti mediocri in corpi che invecchiano o piuttosto qualcuno si fosse chinato sulla scrittura per sempre in giri di labirinti e spirali quale terminale geometria sprigionandosene la scrittura il silenzio e ancora la scrittura leggere




sirventese delle susanne, traccia due





A quale duende quale alcesti quale baubò quale nauhatl di donasse la figura nuda e bagnata quali andromede se ne sprigionassero e da che draghi nel ritorno sullo zero della scrittura una nube di sesso blu senza darsi del lei o del tu - chi compie viaggi esteriori cerca la completezza nelle cose, chi si dà alla contemplazione interiore trova ciò che gli basta in sé stesso, trovare ciò che basta in sé stessi è il modo sommo di viaggiare, cercare la completezza nelle cose non è il modo sommo di viaggiare, chi viaggia in modo sommo non sa dove va, chi contempla in modo sommo non sa cosa guarda euclide sempre più perplesso in una questione di sesso, del differente e non dello stesso dell’anteretro backdoor entrata posteriore il portale dell’amore niente più dolore



giovedì 1 novembre 2007

sirventese detto delle susanne, traccia uno



Dandosi e ridandosi e ridendoci danzandoci e ridanzandoci a clonazioni di sirventesi a nude susanne bagnate in brevi favole cortesi e gemiti svaniti di damigelle possedute, euclide perplesso in un affare di sesso, il differente non lo stesso, appunto non dello stesso ma del differente al divampare di venture nel vuoto della mente ed una proposta oscena: vivere senza pena



traccia di preludio al sirventese detto delle susanne e vita segreta di *



Preludio al sirventese detto delle susanne - vita segreta di *

Disnasce si decreta decresce, s’apparta e s’appartiene sacrifica all’anadiomene
Vive nell’autoreperirsi di strutture denarrative in che priapesche baubò e in quali codici neuronali riscritti nella preregistrazione del perdersi di quegli sguardi dentro quella donna nuda e bagnata