martedì 30 ottobre 2007

conversazione mai svoltasi sull'uso di sei mappe che ne precedono una settima




Mappa uno - il nostos di ulisse - ritrova l’isola e penelope poi si va a perdere nel fuorimondo
Mappa due - il nostos di agamennone, ritrova la reggia e la consorte, ma clitennestra lo uccide. insieme anche a cassandra ridotta in schiavitù, che, inascoltata aveva previsto tutto
Mappa tre - la rotta degli argonauti seguita da quella di medea, che compiuto il suo eccidio fugge in cielo su un carro trainato da draghi
Mappa quattro - il cammino dei sette contro tebe, seguito da quelle degli epigoni, che condurranno a termine l’impresa
Mappa cinque - le vicende di arianna e di fedra, che rimarranno un labirinto anche quando sembrerà risolto l’enigma spaziale dedalico dello specific site
Mappa sei - l’intricato arazzo degli spostamenti del marinaio sinbad


lunedì 22 ottobre 2007

quarta didascalia iconografica intorno ad un testo senza fine - di metonimia, metafora, principio di coincidenza e di non coincidenza











imago: Laura Silvestri / Maurizio Ovidi



mercoledì 17 ottobre 2007

Ditlinde Persefone Mendez - Il cuore dei vittoriosi





favolistici i giorni seguenti sotto un monsone che annunciava una poco promettente glaciazione, inutile provare a scongelarsi, il cerchio si fa troppo quadrato e la diagonale abissale, variazioni della danse macabre in questi fulgidi luoghi o presso i fratelli serbi, curiose forme di scoramento mettono a soqquadro lo spirito, restano copiosi emisferi della pasticceria barocca o bevande neurolettiche, giorno e notte un coro melodioso riempie il cielo, anche quelli accanto, sarà la magia degli gnomi da giardino o dell’altero sguardo della sposa, chiedevano smaniosi quando il prodotto avrebbe visto il giorno o forse la notte, visti i ritmi, sprofondarsi nel blu lapislazzuli delle oniriche miniature, trarne una roba eroica con troppi personaggi intrappolati tra fenomenali avventure, reclusorio con ritratto gigante di padre pio, fogliame che certificava la realtà dell’improbabile periplo e pretendeva di vedere già da sempre il cascante proemio scrupolosamente purificato dalle fusioni posteriori, il record nelle vendite garantirà prestigiose vittorie alla fiera dello spiedo o della pesca ripiena, centrifugate le cervella rimarrà un trasbordo in dancing rusticani o a un incontro di baseball tra psicastenici demotivati e ninfomani, il progresso un incantesimo per scienziati sprovvisti di mezcal o del volo sempre ronzante di seguaci devoti o digiunanti, speriamo tutti che si integri, ecco la saffica che scarica furgoni, altra defezione che altera i nervi di chi sta elaborando nuove morali, vorace dibattito su vite coniugali, progetti salvifici e altre scorie di successo, il paraclito o la voce peripatetica magnetizzavano gaglioffi addetti alle baldorie timorosi di finire in fanteria, teorici del contatto universale e della naumachia, nove porte e un decimo varco, alchimie per il lettore moderno infranto come la lancia di paride nel tumulto della grande troia, vasto attendamento sfavillante, oggi il saggista di grido lo definirebbe ibrido tra woodstock e potenti congreghe dell’oratorio, notevoli l’affluenza e l’overdose di atrocità musicale, carri astutamente decorati per la maestosa missione, persero l’orientamento nella superba cittadella, là dal ponte o dal periglioso varco nutriti raggruppamenti rinchiusi nella bertesca o in viaggio con tamburi, stendardi, aquile pieghevoli e damigiane, tutti i giardini, i boschetti, le siepi, traboccano di fiori e l’aria si spande in piccole onde di gioia, esplosiva kermesse tra padiglioni con antecedenti del barbecue e palchi mobili con castellane disgustate, quante pagine mancano, giornate devastanti polverizzano il rimasuglio di forza pneumatopsichica, essendo il sarcosomatico ancor più deteriorato e bisognoso di restauri o rifacimenti che non si sa mai, nell’ordine un paradisiaco non-stop ormai ciclico che ricorda la traboccante fabbricazione di bronzi rituali ma i pezzi prodotti e il sacro utilizzo potevano forse contenere filtri ipnotici, coriacee operazioni di salvataggio, coordinatori esasperati dalla non produttività, clima ancor più grave del venerdì santo, indiscutibile eccellenza di pensatori logici che tutto vedono prevedono e anticipano con tonalità funeste, trafitti dalla saga, possa sbarcare un esorcista a risanare il tutto nell’attesa dei re magi, ritorno dalle fiandre e da poco apostoliche gite, altri arrostiti dal transito africano e da un safari in saldo con scorta armata, atmosfera sublime e raggiante, niente cene di gala, entusiasmo convertito in dracme da arpionare, non si discute, non siamo ancora a gerusalemme, riapprodano i rapaci proferendo altre assurdità strategiche, non ce la facciamo, affianchiamo qualchedun’altro, diecimila caratteri, piazza dei bovidi da cui fuggire con un caicco o leggerissime nuvole tra la solennità della ridente enclave di serenità e pace dove circa un anno prima transitava il senatore del regno prima d’esser folgorato dalla potenza della basilica mariana, verso la serafica mescita tra intrugli e kilometriche sovradeterminazioni che potevanoo proseguire per quindici ore o giorni, che differenza fa, I know all there is to know about the crying game, gandharva fuori dalle tavole sinottiche prima che finisse il funesto anno, esterno giorno, sole abbagliante, ventanilla con corte metallica, tocco lenitivo e forse di pacificazione di tutte le percezioni, l’indomani molto diverso, mille domande sui perché e i per come e considerazioni del tipo dev’essere stata dura per lui, l’amico che doveva sapere e proprio non riusciva a sospendere il giudizio o forse si era persuaso che fosse una storiella hard-core, in un bovindo o in chissà quale golfo mistico, sognando una non-conclusione modello matador senza consacrarsi a dionisiaci protocolli, mal d’auto continuo in mezzo a ottusi mitomani e altre fiorite sindromi da riempire una summa dei lazzaretti o iniziarsi ad ammaestramenti cabalistici, immotivati rovesci invasero il ridente spazio, passaggio in capiente mitreo dalle raffigurazioni psicotrope, acustica che poteva procurare trance, il quatuor spossato in fuga con calici di rosso, fuori un freddo crudele, c’è tanto da imparare


lunedì 15 ottobre 2007

strofa di nuovissima maniera o prosa


- natividad y natividades - plateau - atto per così dire secondo
Scena prima ed ultima in forma di obblighi perenni perpetuamente disattesi
Per la singolare circostanza del non essere in luogo alcuno senza per questo
Trovarsi ovunque - eppure: demoiselles d'honneur da qualche parte a dirla breve qui
Asintoticamente nelle forme disimmetriche e perfette dell'omaggio e dell'oltraggio lo
Spirito blu a riempire di colpo la figura che è essa stessa parte dello spirito e
Della liana dove vive ringhiando e guaendo nella gola narrante l'intesa a quattro zampe natiche aperte piedi nudi immagini seppiate in un vecchio libro crepuscolo spasimi di delizia voltando la pagina si sente contorcersi la rosa viva del miracolo dentro la carne.


strofe provvisoriamente intitolate a ninfali decostruiti


Dertritte grimm - almanacco - natividad - demoiselles
d'honneur - stabat nuda aestas - strofa quarta di molte - nell'orrore ambiguo
e a suo modo incantato della prima neve -
Andersen sullo sfondo in cristalli di rocca verso
Il cuore desolato dell'inverno nient'altro che una
Stazione da oltrepassare
Tombe sotto la neve a Confreria
Si traduce con stava nuda l'estate
Surrexit, segue
Quale estate invocasse eterna e rossa
In quale gelido disperato inverno
Come da dentro e da ovunque la evocasse
A rispondere si direbbe invisibile l'amica una voce
Fra il viandante e la montagna un tratto di pennello
Una scalfitura sottilissima un inciso o che
Del genere se mai un genere esistesse o fosse mai
Esistito - come potrebbe esistere ancora? Folletti si nascondono e cantano
Elfi cantano e si nascondono
Fra corolle corde d'arpa e violoncello
Incidono dischi registrano nastri masterizzano cd
Variegatamente amoreggiano en plusieurs sexes
Quasi un cartone animato di voci e colori vivaci
Sipari su sipari ripari da tutto infatti
Un riparo da tutto in questa voce




La donna di Tracia a correre strapparsi le vesti e
Denudarsi il seno lungo fiumi non identificati
Rimanendo avvolta nel più nudo mistero
Per l'altrove dentro la menade stelle scivolano nell'oceano
Squilla la quarta tromba la luce stia arrivando
Appresso alla notte frazionata in veglie più che tante.


Roberto Cavallera - Underskirt parasite






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imago: Maurizio Ovidi


sabato 13 ottobre 2007

Jean de Breyne - Nulla fu realmente detto

(Nulla fu realmente detto)

Ad ogni volta la traversata dei paesaggi
Dentro lo spunzone di roccia vi è il pensiero
Il sentimento di salire e ri-discendere
Certuni raddoppiano la vostra andatura
Voi non sembrate affrettarvi
Ma talora vi trovate davanti
Con il soffio tranquillità esterna
Dentro la nebbia piena di sole
Braccia timide che ballano come
Anche le mani
Lo stelo minuto di fiori fragili
Ma da non rompere parola vigilante
Come gli occhi piccoli e preziosi
Dentro i loro scrigni di sopracciglia
Il ricamo dei denti
Alcuni ponti attraversano l’acqua
Nell’acqua vi è il pensiero nell’andatura
Nessun è libero dall’aver da partire
Lo stesso cielo del giorno
Qualcosa viene la notte
Ciò che fu rimane invisibile è nell’aria
È dentro il paesaggio dentro il pensiero

(trad.Riccardo Cavallo)

giovedì 11 ottobre 2007

Ditlinde Persefone Mendez-Algoritmi

ferma come il tuono la seggiola di chi lo cerca è stabilita oltre il vuoto dello spazio, oceani di sorprese, oasi faunistiche introvabili altrove, prodotti catastrofici e smargiasse immerse nell’ossigeno o nel mercurio bramose di annientar cervantes e compiuta donzella, zazzere poco linde a bordo di pick-up scarlatti e nerborute dottrine sortite dalla roccaforte delle margherite, perfido clima bofrost che non vuole finire e ancor più deliranti vicissitudini, inverosimili riciclaggi in darsene dell’ergastolano, strabilianti iniziative psicosocioeducative in un’urbe sempre più catatonica, fitte compilazioni e spilorci benedetti da massoni deviati o altri seguaci del saccheggio scoordinati da dinamismi particolarmente anali, fosche industrie di fotocomposizione di cialtroni inamidati che tutto stravolgevano e uccidevano chi gli passava davanti sfoderando insultari moderni tra ficus in plastica, ritratti di sandonbosco e ghiande miracolose, coriacee leggi di mercato o aforismi borsistici, occhi di fiamma e dita come uncini d' acciaio, striminzite royalties su chimeriche operazioni, portentosi universi della caporalesca imprenditoria, meglio una fuga in polinesia o una trasfigurazione in pavone, frattanto circensi avvenimenti, individui distrutti dai palagi governativi o da storiazze con genti omeriche entusiaste scompagnate da connubi asfittici, ampollose meditazioni e futili sessioni marziali, restituire la spada in cambio della propria salvezza, esperienze iperboliche e altri stati alterati, svuotamento di fitti depositi esistentivi tra vini prestigiosi e sontuosi carichi di narrazioni non proprio telegrafiche, in mancanza di perfetti arsi sul rogo cottura di carni rosse e del genere femminile, la sua presenza lo deteriorava quindi si vedeva costretto suo malgrado a interrompere i rapporti di frequentazione, da tempo sognava di essere pressato da una radice quadrata, si addormentò finendo in un pascolo poi in un canale e in una serie di arbusti, cataloghi di tutti i mali dell’universo e delle virtù di fidanzate a modo e perbene munite di cerchietto antistupro, giona nella balena, casacca spigata e pacco-dono, dopo il desco la giostra davanti al padiglione, la bella fanciulla gli riappare ed egli apprende che per toccarla deve morire e lasciarsi togliere la parola o dilaniare il sovrano della clorofilla, epiloghi terrificanti di chi è affranto da numeri e moduli, erano stati insieme a sciare e avevano rimorchiato due slavate pretenziose, narcotico cicaleccio saturato di stoltezze ricucite in tempi minimalisti, faticoso stanare la vita internautica di anastasia di sirmio, inadeguati slanci psichici per catturare sgangherate tradotte, affrontare moltitudini ossequiose, mostrarsi risoluti o vendicativi, ya viene el dia, nel trambusto un genio sprovvisto di lampada, la chiave di volta di un mondo armonioso, apertura, confronto, forza trainante, ventaglio di valori e talenti, condivisioni di una storia collettiva dalle polarità mutevoli, più funesta del colera, fiacchi protocolli per dire che era preferibile infilare l’uscio, cappuccio con brioche per pensieri vitaminici o azioni più programmatiche a seconda del santo del giorno, dalla grigliata alla trattativa fatale, esseri angelici s’aggirano con ali in cartapesta tra la sequenza di disorientati nei ridenti corridoi accalcati, s'inoltrano con l'arpa e nella selva dove incantano le fiere s'inselvatichiscono, che tripudio di leggiadria, così sia

mercoledì 10 ottobre 2007

L'anima che legge


L'anima che legge si legge in luoghi
Lontani intimi prossimi adiacenti figure
Sono pellegrine dell'età di mezzo a volte
Silenziarie dentro grezze sottili tonache
Pochissimo altro trascorrono in passi
Vale a dire lascivie fuoritempo fuoriterra oltremodo
Che sono categorie immutabili dello spirito
Procedono per sentieri incantati dentro giardini segreti
E fioriture d'inverno da miriadi una sola da una
Miriadi i cui passi un labirinto un succedersi di
Volute una ininterrotta linea di luce fin qui dentro


continente estinto


Il sestetto o sestina fra
Non intese metafore elisie vellutate
Delizie in una memoria anteriore
Successivamente decifrate in parentesi:
per M.C., lei, al centro di un continente estinto
nei prolegomeni all'interregno degli arconti e
alle già presenti non forme di un potere dissolto
a empirsi in ogni luogo di sé nel prendere essere
presa il passo invisibile dal poker alla scala
reale corpi ad invadere lo schermo né più e
non ancora schermi ad invadere corpi, fabula
docet, per iperbati, metafore di metafore

grifoni


Questa bimba a chi la do
Ma ai grifoni di dante alle chimere a un che la salvi dalla vita adulta a un fascicolo di opere esplose a queste mani, cit. in: dertritte grimm lehrjahre natividades demoiselles d’honneur plateau sans fin alla rossa finzione di un rettifilo perché no al sadomaso a questa apocalissi senza riguardi e senza ritegni il che è l’unico galateo praticabile a floreali sonagliere che la stringano fino a estinguersi in un soffio che sia una nota di violoncello senza riciclaggi del minimale in franchigia da letali illusioni di possesso, seguita


a Dante


- questa bimba a chi la do - almanacco -
Ai negromanti, naturalmente. Precisamente: a Tiresia
L'indovino cieco che mutò sette volte sesso e innumeri altre
Forma per lo più di serpente o a Cassandra dal fato ancor più discutibile
Entrambi inascoltati o fraintesi
Piuttosto restituirla a Dante oppure riprendersela subito in queste
E tali mani - per sempre


questa bimba


Dertritte grimm-natividad-plateau-almanacco- intervento primo
Questa bimba a chi la do.
Magari al boia.
A nessuno a questa voce che la culli per sempre
A una carezza che la estingua e persista eterna nella sua
Anima altrettanto sottraendola agli spropositi della fatalità più cieca
Prendendola infatti così e come con tali mani
Scintilla al fondo di una costellazione moltiplicato per
Fantastiliardi lo splendore in questa primavera in questo autunno
In questa stagione senza tempo e senza senso


martedì 2 ottobre 2007

Roberto Cavallera - da "blister"


1.

torpore da (reverie
rivista magra, magra, sottilissima
(passa subito

abbagliamenti da scena
riprenderli tra secoli
riprendere il discorso
(circa il poco che


2.


a lato trasparenti

piacere sopportato

ortografia sconcia - ignota
(sotto lucidi) (sereni

serena milite assenza
vuoto
riparo
(senza


3.


sopra luminoso
dentro)
ripartiti - divertiti
spaventosamente estesi
prima stringa luminosa continua
in quale posto
da chi
di chi


6.


trasmessa
una linea un braccio
ecco:
perché:
in corrispondenza di movimenti
di riflessi
presto dunque

contenuti in razze - famiglie - memorie
fumi di scorie
lumi di cose
non si


7.

dismisure necessarie
dismisure brevi
uniti i puntini
riempiti gli spazi (una volta, due
supporto:
rec/ chiuso
sfattimenti
raccolti in numero di


9.


succhiamento a pieno
sugna del collo
sabbia
prima condizione
allenata assenza di sviluppi
definitivi tempo e condizione
vengono sopra
definizioni prive di preghiera
spese le
ignorate le
suddette riposizioni
giunte al tatto
che sono cosa fatto cosa ho/ha
vengono sopra


10.


dette date
perse tenute
percorrerle a
dicendole / vedendole
saperle durate
con estensioni svagate di viste
di totalità
misurate con metodo
ecco
aspettano (l'aspetta sotto
una uno
già costruiti
(l’effetto momentaneo:
il regno
il tempo
arriva
uno
una
chi prende chi
(si prevede attività in settore




abiti cuciti da fate


abiti cuciti da fate, porpore tessute da nereidi in caverne sottomarine
per nudità sette volte denudate, in un'oscurità tre volte oscurata
ora un filo tirato sopra e sotto il tavolo un corpo in un
algoritmo in un corpo luogo nullo di cancellazioni incrociate-una voce:
diamanti che esplodono in luce.

prosegue a matita: nell'illimite cornice che è
una periferia senza centro nei gesti multipli e singolari di
corpi senza organi, in nomi che sono ospiti nomadi in
precessioni non lineari di monadi, nel fondo curvo di una coppa
nelle pieghe d'un ventaglio nell'estasi di menadi qui altrove.


seconda didascalia iconografica sull'idea di una città e di un testo senza fine per chi pensa


Lot e le figlie - da Cort e Goltzius



<

prima didascalia iconografica intorno ad un'idea di città e di un testo senza fine per chi pensa






elementi di conversazione intorno all'idea di un testo senza fine per chi pensa


Sì, il favore delle Muse. Ciò che Omero dice al riguardo penetra nel cuore, tanto è vero, tanto è terribile (...). Questo è un testo senza fine per chi pensa (...). Fonte: Friedrich Nietzsche


seconde conversazioni preliminari ad un'idea di città e di testo senza fine


- forse era solo un sogno erotico. L'intera cosa era una città costruita per un pensiero di sesso - per di più ogni sostanza è come un mondo intero e come uno specchio di tutto l'universo che ciascuna esprime a suo modo, così come una città è diversamente rappresentata seconda le diverse situazioni di chi la osserva>



conversazioni preliminari ad un'idea di città e di testo senza fine


<è possibile trovare una linea geometrica la cui nozione sia costante e uniforme secondo una certa regola, di modo che questa linea passi per tutti i punti>