abiti cuciti da fate, porpore tessute da nereidi in caverne sottomarine
per nudità sette volte denudate, in un'oscurità tre volte oscurata
ora un filo tirato sopra e sotto il tavolo un corpo in un
algoritmo in un corpo luogo nullo di cancellazioni incrociate-una voce:
diamanti che esplodono in luce.
prosegue a matita: nell'illimite cornice che è
una periferia senza centro nei gesti multipli e singolari di
corpi senza organi, in nomi che sono ospiti nomadi in
precessioni non lineari di monadi, nel fondo curvo di una coppa
nelle pieghe d'un ventaglio nell'estasi di menadi qui altrove.