giovedì 25 giugno 2009

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: la signoria edificata sulla povertà, le miserabilia:omaggio a cesarano

la signoria edificata sulla povertà, le miserabilia:
questo è il disordine. Il dominio del morto sul vivo. La prigionia del
desiderio, la schiavitù del bisogno stravolto, l'orribile storpiatura degli
infanti, la legge della rapina, del sacrificio, dell'assassinio, la guerra,
l'orrore dell'umiliazione e della menzogna: questo destino generalizzato di violento disordine, di violazioni alla coerenza organica, questa Fabrica contro natura di biopatie.

mercoledì 24 giugno 2009

istantanea dal fondo tiramolla-testo:gino parola


sabato 20 giugno 2009

ci sono fiumi metafisici,il tao è uno di questi


venerdì 19 giugno 2009

ditlinde persefone mendez-fogliame



cronache spartane da prismatici pianeti, portenti di scelte stilistiche, utenti ispirati da incredibili ordini equestri e altri veggenti o cicli epici del mulino bianco, totale insensibilità verso ogni erdlebensbildkunst nell’oasi tutta, solforosi giorni per vendersi meglio e vender vantaggiosi prodotti ad altri in cerca di senso e dionisiaci slanci, circola voci che anche qui c’è molta promiscuità, ecco le damigelle avvolte dal protettivo pentacolo siderale, elementi inverosimili da prendere in cura o affidare alla diva dai sontuosi orpelli antistupro, atmosfera circense, banchetti speciali ricuciti con metodo o allora costei era completamente sconclusionata già da sempre, le manca il manico, bisognerebbe procurarle qualcuno che glielo infili per bene una volta per tutte, elaborazione di copiosa serie di rappresaglie, trionfo negli alveoli e perle gnostiche, frattanto compariva l’atleta demotivato e ancor deteriorato da traboccanti pasti al buio, exempla carichi di risvolti sarcosomatici, che tragedia o che trend d’imbecillità virale, me hanksh karin, in albanese nel testo, enunciati cyberpunk o significativi aforismi e scintillanti dottrine sull’esaltazione universale del buco nero, ansietà, caffè, cioccolata per questa che fu scambiata per un elfo, niente daghe in dotazione e partecipazione particolarmente selvatica, trafitti o trapassati dal futuro, barbari del paese delle aquile tra allegorie e sinestesie, pensiero debole e segregazioni sacrocordiali, sua maestà sostiene che convenga usare la mazza, sotto la panza la mazza avanza, quale sbrindellata propensione karmica avesse trasportato l’ex attrice tra rudi contrade dove si pose in essere platonica avventura con un altro illirico, vista la vastità della coltivazione, orsù eccoci, commovente indolenza o eroico perfezionismo mimetico, rapidità nella pianificazione, quelli accanto ancor più surreali, coffee break permanente sdraiati tra polibibite e fegato alla veneziana, per affinare la letizia notte incantata tra le nevi dove s’incontrava bella gente o si era sepolti da tracce mnestiche di intricati sentieri molto poco rilucenti, quadri sehr malerisch catapultavano in universi estetici che motivavano a una conversione in caraffa liturgica o in dervisci, danse tourne pour nous que dieu soit bon et doux, tavolate di adepti di frère roger o altri illuminati da supplizi effervescenti e falsi movimenti, seguito inenarrabile, passaggio al cenobio in cerca di samovar salvifici alla scoperta di singolari attrazioni tra probi o brutti vergognosi assuefatti da piaghe e gloria, indugi salariali e zoologia umanoide inguardabile, a tratti sprangate e panegirici tra pacchetti quasi turistici, fiabe e leggende sul corporativo corpo e il suo splendore, virulenti paragrafi sulla vita parallela della troppo casta, immane opulenza di dati della coscienza, il giorno seguente l’armonia delle sfere celesti restituì il rapsodo fuori combattimento, movimentato carnevale in nightclub agreste dove un gruppo di forza nuova magnificava la propria consistenza ontologica con anelli dal fatale sigillo, troppo ampolloso rivolgersi ai luminari, meglio un impiastro di tabacco, pane arrosto, nausea sartriana, bassorilievi dorati e schiave che verificavano se era nel cortile o in altre gazzarre da leggere con il beneficio dell'austerità, elogio di valori leghisti e stadi sul cammino della vita senza follia creativa ma molti da fustigare ché dio creò ogni essere vivente dotandolo di particolari qualità e giustamente ogni animale possiede un istinto particolare che lo rende più abile di altri in particolari situazioni come per esempio le iniziative parrocchiali e la pedofilia, si stigmatizzò la forza motrice dell’immaginazione o la capacità d'inquietare soloni e baroni o ipertesi che traevano profitto dormendo e ingurgitando tortelli, fauna atrocemente atroce e sottofondo musicale ibernante, economisti apocrifi più valorosi dei comuni mortali, curiose variazioni delle leggi mercatali si rivelarono esplosive, prendere coscienza di tutto questo sfacelo e della bisogna di dracme o talleri, la crescente crescita di prodotti che si vendono da soli scongelava circuiti neurovegetativi allarmati da contenuti poco confacenti o riferimenti che potessero turbare e condurre su orride strade selciate da equivoci trasporti, fuggire a corfù o antalya, portar via il pane dalla bocca e rubar vetture, caricarle d’armi e divenir cardinali, digressioni perigliose, vie noematiche che non superano la composizione del cemento armato, dilatazione del singolare logos, come fai con ‘ste belve? nel rallentamento si poteva procedere all’anastilosi ma un raid senza giudizio contribuì al lancio in un ovattato stordimento, timore di incontri troppo ravvicinati con la sovrana della topografia in preda a insolite tempeste ormonali, sì, ragazzo, vuoi fare un trio con qualcuna un po’ decisa? stile complesso, densissimo di citazioni e allusioni o stupefacenti messaggi criptici, nello scivolamento frequente sentirsi uno zombie tra buxtehude, ravel e fiacchi dizionari filosofici, riscriveranno guerra e pace, due inni e un carme nella speranza di trasformarsi in soggetti passivi di gusto fetish oppure convertiranno il rettilario in bibliotheca augustana mormorando ustad ustad o bevendo acciaio liquido, un tè narcotico nella sala segreta dove conveniva cestinare inviti isterici a serate solidali che sostenessero audaci battaglie e sedare a priori bellicose litanie sulle problematiche dell’existenz e la necessità di legami forti, quarti di bue e occhi di montoni apocalittici, aria plumbea, cieli minacciosi e freddo impietoso, una colonna di colombe senza collare impediva il passaggio ai discepoli dei quattro salti in padella, niente vino vista la gravità della transizione, insolubili aporie nell’arte concettuale o nell’interpretazione dell’origine del mondo, il poeta è come il principe delle nuvole

mercoledì 17 giugno 2009

musica per orchi-preludi tre e quattro

martedì 16 giugno 2009

aspetti spettrali dell'accadere


scholia in tragica-didascalia iconografica preterminale

sabato 13 giugno 2009

martedì 9 giugno 2009

parabole di assenza magica


vi sono libri che dopo aver descritto come la parabola di un'assenza magica tornano ad occupare il loro posto e sono tutti come disposti a volare e ad andarsene in regioni che non conosciamo,esempio:quanto viene proibito il daodejing appaiono allora più taoisti in inghilterra-questa ricerca della saggezza ci accompagna fino alla morte-il preludio palatale,la scoperta di libri oracolari,che dovrebbe accompagnarci sempre

conversazione pertinente a temi di critica letteraria


TESTO CRITICO DI RICCARDO CAVALLO
SU “DESCRIZIONE DELLA MOLECOLA DI UNA ALLUCINAZIONE”
DI D. COSIMO MUSSO


Rapporto confidenziale su cosimo musso (descrizione della molecola


di una allucinazione)
(...) un codice miniato, un’iconostasi, un santuario, una fiaba, come
d’altronde la vita stessa, più comunque dalla parte della rivelazione
che non piuttosto del documento. Se la bellezza non è che il primo
grado del tremendo, qui siamo ai gradi successivi, si chiamino pure
stadi o fasi, in questo, e non solo in questo senso c’è tutta un’estetica
da riscrivere, in chiave di seduzione e ancor più di destabilizzazione.
Infatti il labirinto scritturale di cosimo musso altro non è che un
addentrarsi, né è detto che ciò accada per gradi, dentro il sublime, ed
insieme la dettagliata narrazione di tale addentrarsi. Sono
considerazioni però rischiose, che possono deperire ad ermeneutica;
meglio senz’altro seguire le indicazioni che il testo contiene, là dove
la vita tutta si identifica con un passo e un respiro, e questi a loro
volta con la potenza epifanica dello sguardo.


ALLORA COSIMO MUSSO?
Niente da dichiarare.
RICCARDO CAVALLO PER COSIMO MUSSO ESTATE 1996.

sabato 6 giugno 2009

Ida isoardi su slm di roberto cavallera-conversazioni in tema di critica letteraria


Su SLM di Roberto Cavallera

Un poemetto in prosa dove la fanno da padrone il sesso (mimato), l’antropofagia (desiderata), la follia (reale), il rimorso (delirante), la dissoluzione (totale).
Chi ha detto che Carmelo Bene è senza continuatori? Io, ma ora ho dei ragionevoli dubbi in proposito.
Limitante parlare di continuatori, è di eredi che qui si tratta, di chi ha colto in pieno lo sfacelo della nostra epoca, cultura teatrale, letteraria e visiva incluse.
Come in un diabolico gioco di specchi rotti e deformanti la biblica (e saccheggiatissima) Salomé, comincia con l’essere amputata delle vocali che compongono il suo nome.
Il Battista entra ed esce di scena come un truce giocattolo meccanico, trastullo e tormento della protagonista, esibito in innumeri situazioni chirurgiche, erotiche, imploranti, ecc. Di volta in volta invocato, amato, vezzeggiato, ricucito, surgelato, il Decollato dà inizio al racconto come un “povero cristo” incapace di qualunque orientamento (ci credo!) e in totale balìa della crudele e amante “zarina”.
L’assurdo risplende nelle telefonate della settevelista alla madre, nelle pressanti (e pesanti) richieste erotiche rivoltele da un Erode sempre più arrapato e cupo, ma la traccia narrativa, per quanto labile e pretestuosa, è l’allestimento della “prima”, destinata a un parterre di ospiti prestigiosi (noblesse oblige), di un obsoleto superotto dove il martirio del santo e la danza della fanciulla diventano altrettante occasioni di parodia in stile rotocalco del testo detto sacro.
Decisamente umorale il con-testo, quasi fluxus in virtù di frequenti secrezioni corporee.
Il procedere della scrittura avviene a scatti, stacchi improvvisi, incursioni felici nel gergo e nella cantilena infantile, ellissi di interpunzione, dialoghi indefiniti: una esemplare de-costruzione di senso e di parola (verbo) che diventa consolatoria per quanti non ne possono più di risciacqui lirici, di autocontemplazioni ombelicali, di tormentoni esistenziali e di retorica del “bel verseggiare” (ancora!).
Qui siamo invece nel bel mezzo di una catastrofe dove nulla è riscattabile o suscettibile di catarsi. Forza centripeta (Giovanni Battista) e forza centrifuga (Salomé e gli altri) ingaggiano un autentico combattimento sul Nulla, vero eroe di una vicenda irrappresentabile e perciò assolutamente credibile.


Ida Isoardi

mercoledì 3 giugno 2009

per deleuze-roberto cavallera-dlz(catessen)


trattata a fondo la faccenda “venuti a seguire – contenti. finito in fretta condotti su splendide diversioni preso sfilato il bordo gommoso lungo la circonferenza sostenuta da algoritmi contati su specie d’affinità già viste di squadri di fili di piombi su quelle specie d’affinità già viste riflesse su specie d’affinità già viste estese a cose sicuramente migliori a consistenze appena state. e ora che s’indovini la somma. “in un attimo la pittura diventa un tutt’altro tipo di giardino. tenuta – sognata una gentile sulle gambe, lo spazio fra le costole è un morbido giusto “cede come elemosina la figura così spiccata alle terre alle linee, all’architettura vaga di chi prende a muoversi, lì colori in parole percettibili, proprio. gli arti avvertiti da sostanze piacevoli se solo sentissero il tepore esteso nel cerchio screziato dai sussulti, dai piccoli assestamenti. federico avverte un indolenzimento alle gambe. dice, ricorda che le attualità hanno un peso inversamente proporzionale alla resistenza dei muscoli lassi ancorché oblunghi, si convince: la fa ballare sulle ginocchia provocandole lievi sobbalzi

domenica 31 maggio 2009

tutto il dolore del mondo-prolegomeni ad un'epilogo

mercoledì 27 maggio 2009

dati ambientali

roberto cavallera-dlz(catessen)


difficile spostarsi oltre. lì i blocchi durano, eterni e chiusi. avranno chi li terrà, avvertiranno abbracci, calori. la sconosciuta si siede spostando la sedia con rassicurante grazia. federico chiede altro té. questi specchi danno spazi” (olallà) «dovete considerare le connessioni. le parti sono anticipate, s’avverte la mano (eva gliela mostra – aperta agli spettatori questa non teoria s’intravvede si vedono le labbra, un leggero trucco, incerta la sua natura eterograda (ha uno stare per forza complesso, i suoi occhi dati in cimento lieto, severo: federico la vorrebbe chiusa e conservata per molto “se no niente, niente più di qualcosa da dedurre così, meno nel dire. i due finiscono

sabato 23 maggio 2009

addormentati per sempre nell'altrove definitivo,qualcuno sta sognando tutto questo

mercoledì 20 maggio 2009

Roberto Cavallera-da: DLZ(CATESSEN)


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Roberto Cavallera- dlz(catessen)
accadono entità, si presentano convergenti in foggia di conseguenze, di piccole divergenze al tutto, proprio, conseguenti per frammenti la cui connessione non è predeterminata. la serie l’intelletto divinità sclerotiche s’avvicinano spiegano la scena al vicino ma al contrario impiegando spazi d’insieme: non sto meglio non sono migliore ecc con le dita s’affonda di qualche centimetro attraverso la dura madre una specie di scolo lungo i seni venosi appena aperti facili da maneggiare. recisi in un certo numero. in seguito presi due o tre, importante tenere bene senza stringere, indovinarli al momento, indovinarne il movimento “riposanti in modo creativo, rinnovati in rapporti in sottili permute ai nervi, hanno qualità superiori. una situazione assai curiosa: nell’intelletto s’agitano le prime, i primi – qui vanno piccoli canali, scollegati in fondo, si chiede loro perdono deglutendoli nel ciclo, un ciclo discontinuo svolto a sproposito. si tentano creazioni s’apparecchiano cure, la pazienza ha una gamba scoperta ora bisogna necessariamente che si riprenda, prima che diventi dura e così via, ancora

martedì 19 maggio 2009

editing per narrative apocrife e mai pubblicate


venerdì 15 maggio 2009

roberto cavallera-dlz(catessen)


ROBERTO CAVALLERA
DLZ(CATESSEN)

scendon nubi (dei destini guardiane) e nidi di bocche d’illecite palladi. enter guglielmo con federico, ne vogliono ma non è il momento: “perché ripetere le cose, riconfermare le proprie? sono venuti a visitare la struttura. ne vogliono ma fanno finta. tormentati da tanta familiarità da una lì davanti una pelle, una pelle.. la struttura è trasparente: un’immensa mancanza, un vertice, sembra, ma è una risposta tra mille che non hanno fine. improvvisi tocchi d’ardimento un po’ anche stanno dicendo ma più che altro prendendo. federico soffermandosi su alcuni dettagli. cose assai curiose. stanno inquieti, avviano motori. un personaggio se ne va, un altro scende in strada, così va all’infinito, ma non verso l’alto, a sminuire, tanto per fare, dice: “una persona, una al massimo, non c’è un minimo




(imago:K.O.B)

mercoledì 13 maggio 2009

fermo immagine di allegoria del ratto di Europa trasportata in Asia

sabato 9 maggio 2009

per Deleuze





___________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________ROBERTO CAVALLERA-BOZZA PER

dlz(catessen)






1
un giro un passo, inclinato tenuto molto. reso conto fermato su una complessa. intesa un'insistenza, due facce, prendete e. fatti di colpo umani, per singolarità (devono essere composte di parti). prendete. se insistere sulla porta, si spiegano, se l'aprisse per cortesia. fare posto per passare. scaffali a semplificare, si tramandano. prendete. chi pretende. significa che non è complicato, andare, avere. lo scambio sotto forma d'una specie, d'una lotta, e in rapporto a questa lotta chi perde. prendete. e in rapporto a questa un quadrato, più misterioso: ma esattamente cosa. ammobiliare spazi. chi li vede, chi li vede. i suoi. sì se cambia la direzione, la distribuzione dei punti. “sapete, il popolo manca”. il popolo manca. si possono chiamare. sarà un doppio punto il momento mai chiaro – queste affinità fondamentali - una coincidenza, se esiste. ecco, giunti alla fine. tuttavia succedono




2
la gentilezza dell'ascolto la conversazione di cinzia la teoria delle funzioni, delle articolazioni, delle performance storiche. a passeggio nei romanzi (nei moderni. alte teorie indifferenti al sapere chi è da dove arriva quale la causa l'effetto il problema. invecchiati male come invecchiano gli spiriti, anche. impronte al passaggio. quasi niente. goffredo compie un gesto uno slancio fondamentale su una porzione di tre lettere. così corretto nel dire ciò che scrive e detta, a sua volta inventa quel che rimane. si delineano i rudimenti, s'ammira la tecnica del giardino, messi a prendere un tè. due: s'avvicinano le tende per fare un po' d'ombra, per tenerle lontane sì per proteggere dall'aria: "c'è posto nel roseto per tre



3
si procederà da qui, presentandosi tutta una serie di corrispondenze già viste: hanno familiarità con le azioni (abbastanza bene). ci sono vari tipi di condizioni richieste (consumano correttamente). vengono rapidamente classificate categorie di azioni, andamenti, gesti. giunti a conversazioni. precisano gli scambi. è suo figlio? uguale, uguale. dato un primo senso. un buon punto, una partenza. possibile prolungare fino ad avvicinare. in via molto approssimativa. altre singolarità: essere figlio, ribadito con inflessione del posto preferita a una dizione più consona "il mondo è la serie infinita, è così. si dà un tono. sembra funzionare. poi la domanda-conclusione a proposito di una curva imboccata male. una superficie a curvatura variabile, si precisa, è per quello che ha sbandato. goffredo dà segni di nervosismo, inseparabile dal proprio dolce, sezionato in parti regolari nel piattino. non c’è bisogno di insistere, intima. e l'universale, il generale, il particolare, il singolare. la densità della ceramica che tiene il caldo



4
terminate assunzioni. liquide e solide successivamente a qualcosa di assolutamente nuovo originato da un evento, più precisamente "un'ulteriore singolarità. soffermati su profumi, colori, fisiche cristallizzate su più punti, linee immaginate per via dell'ordine dovuto (dal punto di evaporazione, poi di cristallizzazione) si presentano ancora sempre come singolarità. un omaggio al già intuito, per questo predisposto un atteggiamento. un presentimento (si sta per dire): che abbiano - può darsi - un rapporto del tutto particolare ecc detto. "è una logica dell’avvenimento. chiesto che tipo di rapporto, che sia specificato. l'ultimo avanza un'ipotesi partendo da un'idea, la segue, la prende. prendete. un insieme di possibili". goffredo rigira nella tasca una pasta, l'ultima rimasta




5
queste non possibili sono opere misteriose che si biforcano in racconti in deserti in finzioni (carmelo pare irritato). viene letto un passo senza verificare cosa che sta sotto ("ciò di cui si parla fugge alla terra"). si guardano, carmelo si guarda intorno, perplesso, per via delle tende in giardino, dove tengono, cerca il trucco. riconosciuta buona parte della zona, il posto, i sentieri. il grande ciclo degli elementi ("ciò che vediamo è il problema"). goffredo alza la voce, non ha quasi bisogno di ascoltare quel che dice, lui cita: parlando del ciclo appena finito "compare a dio una scelta un’infinità di mondi ugualmente impossibili, l'idea è bizzarra. si leva dalla succitata terra una voce, un recitativo coatto, suggerisce alternative, si decide per una e là si deforma un sostegno per via del gran vento



6
cause che eliminano altre. notato che si tratta della stessa voce, giù, che dice di fare attenzione se si versa dalla teiera. si discetta a lungo di cadaveri, quasi inestricabili tanto erano fitti, prendevano posto ordinati, nonostante la tormenta. viene decisa – unanimemente – la sospensione di tutte le attività. immaginato un sibilo un fremito perverso di goffredo (fa passare la propria essenza in secondo piano disquisendo di spettri e spazi vuoti, gli occhi, ogni più piccola cavità, vorrebbe a contropartita un seno da palpare, darebbe un senso definirebbe un assunto. scurisce intanto fuori (un principio di nero). goffredo rinuncerebbe per questo a ogni comunicazione a ogni teoria "invece nutro dubbi, affamo certezze, passo e chiudo. nessuno, nessuno (continua ma non qui



7
s'opera su uno strumento al meglio (scelto il) immaginato un dio che non sa nulla di comunicazione (non che questo..) che non abbia preoccupazioni, che non abbia di meglio che abbia la preoccupazione del migliore, che cerchi di immaginarsi, almeno una volta. caduti i rigori dei termini, le minime informazioni. goffredo e giorgio, in mancanza d'altro, creano soli giocando con limoni presi dalla fruttiera, così diversi, in compenso.. in compenso ritrovano affinità tra futuri, fra tempi diversi, che a loro volta proliferano e ancora, loro pure, si biforcano. intercorrono nature dai vari scioglimenti dai vari possibili: si tenta d'uccidere l’intruso che ha natura di nuvola, di pioggia. andrea sviluppa una certa ansia, mancando gli ombrelli, temendo i fulmini




8
sulla cerata del tavolo: riflette. cos'è che resiste all'immagine. l’intelletto, forse. volesse il divino che nessuno abbia mai sorte. osservata (ad es.) con indifferenza una statuetta mai concepita prima. a mostrare come il vederla sia una semplice applicazione, un puro esercizio, uno stile, fatto alla buona. allora un po' meno teodicea, si protesta. ancora più interessante il secondo punto di vista (facendo l'arto il resto): con in mano il proprio romanzo goffredo afferma che la sola cosa a resistere sia l'autore (facendo l'arte il testo). non smuove membra parlando maurizio (detto il bianco) in un certo qual modo. ci sarebbe bisogno d'un auricolare. un'altra riflessione, una lunga riflessione. riassunta però rapidamente: protagonista balthazar, il mulo, o l'asino. un giovane dalle idee cinematografiche, di filosofie quotidiane date al caso, alla transumanza alla disgiunzione voce / sonoro ecc nelle condizioni descritte consistenti nel dire: nulla è straordinario, tutto è dato in precedenza. ora, quali sono gli atti regolari e ordinari



9
è questo un atto regolare e ordinario. tutto ciò che accade rientra nella parola che si leva nell'aria. quell'aria calpestata dalla pioggia (romanticamente goffredo). quale oggetto si passa sotto la gonna? fa una qual resistenza. francesco la pensa rincorsa di volta in volta da una timida bramosia, vorrebbe confessarla a moishe, a giovanni ma non sono stati invitati. si farebbe un'innamorata sebbene richieda uno sforzo, una memoria. viene accesa una musica fuori dal comune, non appena pensata rimproverandola le dice: “tu non capisci è tutto così astratto presto lo scoprirai. una lotta alla deriva, agisce contro la ripartizione del fato, la musica culmina in un grido "poi dissolve



(da controllare)10
così? prolungandosi in una serie di preliminari fino a come disavvertirli (crede) s'avvicina uno, bussa al finestrino



(da controllare)11
fuori, fuori, andatevene, non voglio storie da queste parti, teodoro, teodoro sei tu?



(da controllare)12
in uno degli appartamenti presi in prestito da federico cercano di farlo velocemente ma dolce – che un'idea è un mondo - ma non lo sta già a sentire. ha l’impressione che si tratti di qualcosa di molto semplice, in bizzarro contrasto con il portone barocco, le scalinate in pietra, il barocco - ripete per non venire subito - è concetto, non filosofia. il procedimento è contorto, l'amplesso pure, deve ammettere




10
il piano più alto, più in alto, nei piani successivi altri che non sognano affatto, tutto quello che sognano è inghiottito da quel che sognano. guardano, ma non lo sanno, infinitamente verso il basso. il fatto è che si tratta d'una fanciulla graziosa, un divoratore terribile la sua anima, di grande volume, teodoro non può non domandarsi quanto siano presi l'una nel sogno dell'altro: fottuti, fottono



11
cosa ciò voglia dire: “perché c’è quest'arbitrio?”. cadavere, ora vorrei parlarvi. l'altro esempio è l'idea (una) “è la storia di questo mondo - da qui la famosa dissociazione vedere/parlare. risponde d'improvviso la dea, pallade - disgiunzione tra il visuale e la storia. salvo eccezioni. mentre violentava lucrezia s'ammassavano curiosi agli abbaini: che il teatro non avesse denari per le repliche? bisogna rifare. assai più convenevoli mentre facevano, farsi – presi a incornare re e rome, tutte intere. ma non vedeva tutto: vedeva male, per via del cristallino, della bassa rifrazione così da assicurare la separazione del vedere del parlare, appunto. del visuale e del sonoro. (il sesto che violenta lucrezia quell'altro, un terzo, alto e bello. goffredo bagna un orticello



12
vengono approntati spettacoli. uomini da vedere. donne da avere. su in appartamento danno le chiavi per aprire, si scelgono le prime due. nessun piano superiore. svolte le operazioni non se ne avverte il senso, l'interesse. la parola si leva nell'aria si reca altrove, in traccia al tempo stesso, succhia la ruota segue la scia. parla sprofonda sotto. cos'è dunque questo? tempo di non ripetere. divergenza del punto dall'attimo. hanno un piccolo numero in successione a - tra l'uno e l'altro fare qualcosa, divagare oppure sfidare il caso, le idee. aggiunto fuoco al fuoco. si stimano gli elementi. "a costituire, a costituire. al posto del palazzo (e del re) ora un cinema

giovedì 7 maggio 2009

raffaella brunetti-sogni d'oro

martedì 5 maggio 2009

per J G BALLARD



sabato 2 maggio 2009

scholia in tragica-parerga a tutto il dolore del mondo


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