cronache spartane da prismatici pianeti, portenti di scelte stilistiche, utenti ispirati da incredibili ordini equestri e altri veggenti o cicli epici del mulino bianco, totale insensibilità verso ogni erdlebensbildkunst nell’oasi tutta, solforosi giorni per vendersi meglio e vender vantaggiosi prodotti ad altri in cerca di senso e dionisiaci slanci, circola voci che anche qui c’è molta promiscuità, ecco le damigelle avvolte dal protettivo pentacolo siderale, elementi inverosimili da prendere in cura o affidare alla diva dai sontuosi orpelli antistupro, atmosfera circense, banchetti speciali ricuciti con metodo o allora costei era completamente sconclusionata già da sempre, le manca il manico, bisognerebbe procurarle qualcuno che glielo infili per bene una volta per tutte, elaborazione di copiosa serie di rappresaglie, trionfo negli alveoli e perle gnostiche, frattanto compariva l’atleta demotivato e ancor deteriorato da traboccanti pasti al buio, exempla carichi di risvolti sarcosomatici, che tragedia o che trend d’imbecillità virale, me hanksh karin, in albanese nel testo, enunciati cyberpunk o significativi aforismi e scintillanti dottrine sull’esaltazione universale del buco nero, ansietà, caffè, cioccolata per questa che fu scambiata per un elfo, niente daghe in dotazione e partecipazione particolarmente selvatica, trafitti o trapassati dal futuro, barbari del paese delle aquile tra allegorie e sinestesie, pensiero debole e segregazioni sacrocordiali, sua maestà sostiene che convenga usare la mazza, sotto la panza la mazza avanza, quale sbrindellata propensione karmica avesse trasportato l’ex attrice tra rudi contrade dove si pose in essere platonica avventura con un altro illirico, vista la vastità della coltivazione, orsù eccoci, commovente indolenza o eroico perfezionismo mimetico, rapidità nella pianificazione, quelli accanto ancor più surreali, coffee break permanente sdraiati tra polibibite e fegato alla veneziana, per affinare la letizia notte incantata tra le nevi dove s’incontrava bella gente o si era sepolti da tracce mnestiche di intricati sentieri molto poco rilucenti, quadri sehr malerisch catapultavano in universi estetici che motivavano a una conversione in caraffa liturgica o in dervisci, danse tourne pour nous que dieu soit bon et doux, tavolate di adepti di frère roger o altri illuminati da supplizi effervescenti e falsi movimenti, seguito inenarrabile, passaggio al cenobio in cerca di samovar salvifici alla scoperta di singolari attrazioni tra probi o brutti vergognosi assuefatti da piaghe e gloria, indugi salariali e zoologia umanoide inguardabile, a tratti sprangate e panegirici tra pacchetti quasi turistici, fiabe e leggende sul corporativo corpo e il suo splendore, virulenti paragrafi sulla vita parallela della troppo casta, immane opulenza di dati della coscienza, il giorno seguente l’armonia delle sfere celesti restituì il rapsodo fuori combattimento, movimentato carnevale in nightclub agreste dove un gruppo di forza nuova magnificava la propria consistenza ontologica con anelli dal fatale sigillo, troppo ampolloso rivolgersi ai luminari, meglio un impiastro di tabacco, pane arrosto, nausea sartriana, bassorilievi dorati e schiave che verificavano se era nel cortile o in altre gazzarre da leggere con il beneficio dell'austerità, elogio di valori leghisti e stadi sul cammino della vita senza follia creativa ma molti da fustigare ché dio creò ogni essere vivente dotandolo di particolari qualità e giustamente ogni animale possiede un istinto particolare che lo rende più abile di altri in particolari situazioni come per esempio le iniziative parrocchiali e la pedofilia, si stigmatizzò la forza motrice dell’immaginazione o la capacità d'inquietare soloni e baroni o ipertesi che traevano profitto dormendo e ingurgitando tortelli, fauna atrocemente atroce e sottofondo musicale ibernante, economisti apocrifi più valorosi dei comuni mortali, curiose variazioni delle leggi mercatali si rivelarono esplosive, prendere coscienza di tutto questo sfacelo e della bisogna di dracme o talleri, la crescente crescita di prodotti che si vendono da soli scongelava circuiti neurovegetativi allarmati da contenuti poco confacenti o riferimenti che potessero turbare e condurre su orride strade selciate da equivoci trasporti, fuggire a corfù o antalya, portar via il pane dalla bocca e rubar vetture, caricarle d’armi e divenir cardinali, digressioni perigliose, vie noematiche che non superano la composizione del cemento armato, dilatazione del singolare logos, come fai con ‘ste belve? nel rallentamento si poteva procedere all’anastilosi ma un raid senza giudizio contribuì al lancio in un ovattato stordimento, timore di incontri troppo ravvicinati con la sovrana della topografia in preda a insolite tempeste ormonali, sì, ragazzo, vuoi fare un trio con qualcuna un po’ decisa? stile complesso, densissimo di citazioni e allusioni o stupefacenti messaggi criptici, nello scivolamento frequente sentirsi uno zombie tra buxtehude, ravel e fiacchi dizionari filosofici, riscriveranno guerra e pace, due inni e un carme nella speranza di trasformarsi in soggetti passivi di gusto fetish oppure convertiranno il rettilario in bibliotheca augustana mormorando ustad ustad o bevendo acciaio liquido, un tè narcotico nella sala segreta dove conveniva cestinare inviti isterici a serate solidali che sostenessero audaci battaglie e sedare a priori bellicose litanie sulle problematiche dell’existenz e la necessità di legami forti, quarti di bue e occhi di montoni apocalittici, aria plumbea, cieli minacciosi e freddo impietoso, una colonna di colombe senza collare impediva il passaggio ai discepoli dei quattro salti in padella, niente vino vista la gravità della transizione, insolubili aporie nell’arte concettuale o nell’interpretazione dell’origine del mondo, il poeta è come il principe delle nuvole
venerdì 19 giugno 2009
ditlinde persefone mendez-fogliame
Pubblicato da riccardo cavallo
Etichette: ditlinde persefone mendez