sabato 19 luglio 2008

Roberto Cavallera - AK




toccato il suolo. già detto tutto. raccomandato il cielo. perso tutto. detto tutto. strofinati palmi su fibre su nodi. creduti. invitati al centro della scena, al centro della contesa. sul fazzoletto alcune chiazze gialle: coriandoli. una festa finita da poco. in fondo. sudore lasciato su pelle sottile. sembra sorridere. che la sabbia non la faccia infettare quella ferita gentile. non si può perdere così qualcuno o qualcosa. ecco l’ultima foto insieme, lui la indica, sembra sorridere

gli anni che restano. spenderli a manciate. come darsi in quello sguardo in quella bocca, quasi

divinità naturali stillate ai fianchi. sono due, sono bellissime, hanno qualcosa in mano, poi quattro o cinque buoni diavoli la prendono in giro. quello dai capelli rossi dice che non è poi così bella. le porta un sole arancione, no, viola. serve, dice, a sciogliere quella sua anima. fredda

l’altro tiene in bocca qualcosa o qualcuno: nessuno va a vedere

graffiata, ritagliata in carte, in tarocchi. le dicono che quella sorte sarà solo sua, sembra esserne lieta

lei è sulla porta, aspetta. lui le s’avvicina, a tentoni, alla luce d’una fiaccola improvvisata. forse la potrà baciare

pronta ad averlo, chiede più luce, e corde più resistenti. lo sa che nessuno può salvarlo, chiede. è una crema tenue quella che gli posa sulle labbra. lui ne indovina l’impasto, il colore, dice che no, non fa male