martedì 20 maggio 2008

fogli tirati via da testi già pubblicati



"...non si spediscono le lettere vere, perche sono di oggi e perche non arrivano più in nessun oggi." Il tempo stesso è lo stesso tempo? Oppure nè continuum
nè flusso, nè mescolanza, temperie, epoca o clima (o
addirittura "storia") come si voglia traducibile in
qualche sistema figura-sfondo; ma piuttosto interru-
zione, ritmo, pura differenza inestesa ancorchè loca-
lizzata, liberazione delle facoltà decronologizzanti
dell'aion, intabulandosi tutto questo come "qui" (la
scrittura, forse) e "là" (l'opera), nell'insolubile
incertezza e nell'indeterminazione di quel che è detto
"ora" , "adesso" ?
"La morte del passato, l'inesistenza del futuro, le
infinite possibilità del presente, l'attendibilità
: ontologica dei prossimi cinque minuti. .." : il segno,
, suprema finzione, quella di un assoluto,
irrecuperabile al gestaltico.. Analogamente la
. fotografia, immagine e non raffigurazione, occupa uno
dei culmini d'una memorialità e d'un fingersi quasi
leopardiani. Se a guardare (e a vedersi vedere}
l'opera è una maschera funebre dagli occhi chiusi, non
si tratterà allora di autocontemplazione di un interno
inaccessibile? -
Eppure sul logico espositivo,
che garantirebbe una cornice ed una chiusura nonchè un
regime concettuale, prevale l'estetico, l'indetermina-
to (o indeterminante) aprirsi del e al senso: un'este-
tica di quell'istante che va alla deriva e si ferma
fuori dall'entropia in cui sorge ("...vanno abbandona-
ti i concetti di realtà e di località..."}. Di questa
fuga, atonalmente la pittura (che è cosa mentale)
modula le mutazioni spettrali.
sett-nov 94