lunedì 26 maggio 2008

arte e denarrazione,memo vincenzo agnetti,parergon




Se,come sarà stato detto assai dopo,quello: che chiamiamo narrazione è semplicemente sottomissione alle intollerabili pretese del predicato sul futuro*,denarrativo sarà il venir meno di questa sottomissione,cosi’ come segue qui,nello spazio e non nel tempo,poiché negli ordinamenti del tempo fu detto,scritto e praticato in precedenza:
personaggi -corpuscolo che aprono e chiudono continuamente una finestra,pronti a ingannarti quando ti rimandano ad un frontespizio come a un luogo inesistente dalla angolazione certa e sicura……

Il programma prevedeva un numero infinito di combinazioni,dall’entrare all’uscire…un programma…un dio variabile secondo i racconti e le carestie.Bumm.
*né si è forse abbastanza considerato che possano esservi pretese del futuro esercitate non tanto e non solamente sul predicato,quanto sul soggetto…a scapito danno e detrimento dei soggetti e dei predicati…qui è una delle finestre che si aprono e si chiudono.