La caducità della bellezza Logorante
E la resistenza indefinita della violenza
Non c’è scampo oltre lo sguardo
Ricordo tutti gli occhi che ho incrociato e tutti Mi feriscono
Si contendono l’ attenzione dei miei
Con la vita che continua a urlare dalle palpebre aperte Di come li ricordo
E ho sempre fame
Anche dopo aver vuotato la dispensa
Ho fame
Nella fuga senza fine dai richiami continui di elementi esterni
La mia fame Si fa spropositata
Si riversa nell’insieme di tessuti e fluidi definito corpo Con masse adipose
La cellulite pesa sulle gambe La cellulite pesa sui fianchi
La pelle si aggrappa ai fianchi
Nell’effetto di un drappeggio
La corsa incontrollata dell’epidermide all’inseguimento della gravità
Spoglia rapidamente
Il corpo di anni L’illusione dell’età scompare
Mi stupiscono i tessuti rilassati le rughe sotto gli occhi
Quando sono arrivati Perché li vedo
Sul volto infantile si va formando una maschera tessuta di rughe e turgori
Un bozzetto horror-fantasy che mi diverte
Chissà cosa succede dentro Cosa si prepara ad emergere o a lasciarmi
L’asfalto nero spento dei polmoni Lo stomaco ferito da nimesulide e ibuprofene
Dovrei prepararmi al cambiamento La clessidra mi blocca
Ipnotizzata dallo scorrere ruvido della sabbia Quel ruvido setoso della sabbia bianca e fina
Che a poco a poco consuma i polpastrelli
Mi taglia le dita
lunedì 17 marzo 2008
eliana deborah langiu - seta
Pubblicato da riccardo cavallo
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