lunedì 17 marzo 2008

eliana deborah langiu - sabbia


In uno stato di sospensione cercato delle decadi
Soppeso attentamente il non fatto
Misuro con pignoleria l’irrealizzato
La sabbia scende celere le dita strozzano il centro
Della solita clessidra
Quattro giorni fa sventato un attentato a londra
Cinque giorni fa passavo il controllo a stansted
Con un bisturi Nella tasca anteriore dello zaino
Paura retroattiva E l’insoddisfazione
A cavallo tra metal detector e nuovi incarichi
Valuto l’inutilità complessiva della predisposizione
Al mio lavoro
È la vacuità delle decadi a sposarsi con la vacuità professionale
Le gatte mi ancorano alla vita impedendomi di perdermi
Sui marciapiedi
Sono responsabile di loro
Le gatte mi impediscono di scappare lontano dal legame amniotico
Dalla sua solitudine disperata e inattaccabile dalla voce al telefono
Dalla solitudine che si rinnega e si rivela
Istantanea

Io dissimulo meglio

Si direbbe che sono
Felice

Mentre il mio sguardo sbatte alle quattro pareti della camera da letto
E la mente cerca di restare circoscritta allo spazio delimitato

Dai muri e dallo sguardo