lunedì 10 maggio 2010

ASPIC-mnemosyne







ASPIC di Mnemosyne











…in che l'assenza della donna è tutto



C.B.







PRIMO QUADRO: ADDIO PORCO*





L'attesa si prospettava lunga - per fortuna - sennò chi poteva riuscire in quel piatto enorme complicato colorato cristallino gelido



M. andava cercando almeno qualcuna delle sue nove creature serviva aiuto loro affaccendate altrove si facevano belle belle in lunghi canti prove di fascino succhiando miele e anche vini traverso canne profumati unguenti e incalcolabili passi in tempo-spazio ma in fondo non servono complici





Lui s'era arrampicato nottetempo sull'impalcatura del cantiere in melma e fango diceva lacrimando il falso in condutture più che mai ottuse - otturate ora protendendosi lagnoso a sbirciare stava perdendo faccia preda e pecunia il coglione così umido e grondante ogni tipo di scempiaggine





Prima di tutto grande recipiente ovale o tondo profondo - pozzo di desideri e abisso di odiamori - M. voleva stiparvi ogni cosa per tempo così da offrire alla mensa s-fiorita il suo trofeo sgargiante anche lei





C'è chi apre a caso la bibbia e pensa di trovare invece M. apre Artusi alla voce e vi apprende di otto ore continue di fuoco talché scemi il liquido viscoso ma poi s'ha da fare color d'ambra o sia topazio - arte vera - così eccitante ne' suoi umori ribollenti poi glaciali





Vola ora più basso apre occhi naso bocca orecchi e quanto ha di orifizi più o meno netti dove c'è odore c'è anima qualcuno deve aver detto proprio per lui che l'aveva persa chissà dove





Un giro di arcimboldeschi ortaggi ride intercalato con occhi d'ova di quaglia ostie di tartufo rombi d'oliva e ancora rossi pimenti e verdi e gialli di carote stellate in concentrica armonia di cromìe in-differenti pour ne pas s'emmerder!





Parole non fatti tutti fatti di parole tutto meno che eccelse raccolte dalla nettezza urbana una volta ora raccolta differenziata umido qua secco là merda dappertutto da lasciare in eredità il resto mancia il resto marcia, oh sì!





Era certa di esserselo guadagnato, guiderdone inestimabile ma per lei solo incredulità amara e muta mentre l'altra miagolava cretina voglio l'amore per sempre ma l'amor facchino - cortese o no - cercava senza mezzi termini senza mezzi tout court





Altro giro e si sale in limpido lobato tronco di cono filtraggio dopo filtraggio dimenticato l'oltraggio M. ora va a scoprigli il culo coram populo applausi









*Carmelo Bene da Gregorio: Cabaret dell'800, Roma, Teatro Laboratorio, 1963





SECONDO QUADRO: LES ÉGOUTS DE GRASSE





Assai prima di Süskind M. considerava e pativa le fogne in ogni senso [lieu corrompu recita il Larousse in traslato] ma soltanto nella città dei profumi apparve chiaro come tutto sia chiavica perenne e imbonificabile non c'è Jean Valjean che tenga si trattò di un percorso obbligato mai previsto peggio, lei ci andò a cascare in mezzo convinta di aver trovato





Frattanto l'uomo sandwich si aggirava da tempo immemorabile a mo' di tafano cortocircuitato nella disperata caccia a una qualsiasi calda cuccia a scrocco di babbei spacciandosi per santo e pure filosofo fallite a tempo entrambe le parti risolveva coprirsi avanti e dietro di oscuro carapace cartonato ove scritte su affiches suonavano come dichiarazioni di amore e guerra





avvertiva la perdita di neri fetori crudeli [cruels puanteurs divino Rimbaud] e regalava eau de toilette fragonard alle prede sue invano solo nel racconto di paurose menzogne era insuperabile e sonnambulo figurava eroiche gesta (mai) compiute in nome di ideali sempiterni la tenebra lo avvolgeva completamente e ne palpava de temps en temps lo spessore lattiginoso





Impossibile districarsi si gettava allora in goffe avventure per niente innocue il tempo suo e di quanti pescati in rete era parallelo dentro il luogo corrotto (fogna fogna) l'uomo panino vi era dannato a restare quanti ne uscivano ammaccati e fradici a lungo non potevano nascondere stupore e rabbia





Quel che tocca a M. è profondissima convinzione di fato zero colpevoli zero innocenti sublime equazione che non ap-paga alcuno





la primavera di Grasse sa emanare sentore di acque luride intercalato da ottuse essenze al cadavere camuffate en fleurs





È molto tardi per dire del tempo perso