lunedì 25 febbraio 2008

una memoria

Una memoria di ierodula balla fra
Il parco il fiume il cielo ridotta alle
Due sillabe di uno sdoppiamento infinito
Attraverso le mani dipinte di blu fiamma di
Metano arraffa l'estasi che dona - il cielo ora
Per ogni dove finalmente fuori dallo strazio del paese




premessa per omaggio a William Gaddis







da Mallarmé


altro che dal rotear continuo o dagli intrecci della fata stessa, etc. Mille arguti particolari d'invenzione, senza che alcuno raggiunga un'importanza di funzionamento realizzato e normale, nell'espressione. Qualcuno mai, specialmente nel caso siderale precitato, con più eroismo passò oltre la tentazione di riconoscere, insieme ad analogie solenni, questa legge? Che il primo soggetto, fuori quadro, della danza, sia una sintesi mobile degli atteggiamenti d'ogni gruppo, nella sua incessante ubiquità, i quali, come sue frazioni, non fanno che dettagliarla all'infinito. Ne nasce una reciprocità, da cui risulta l'inindividuale, nella corifea e nell'insieme, dell'essere dan-zante, che è emblema, emblema, non qualcuno... Eccoci al giudizio, all'assioma fondamentale sul balletto! La danzatrice non è una donna che danza, per i seguenti motivi giustapposti: essa non è una donna, ma una metafora che riassume uno degli aspetti elementari della nostra forma, spada, coppa, fiore, etc. E non danza; ma suggerisce per il prodigio di scorci o di slanci, con una struttura corporea, quel che ci vorrebbero paragrafi in prosa dialogata o descrittiva, per esprimerlo nella redazione: poema affrancato da ogni apparato di scriba. Dopo una leggenda, venne la Favola; non intesa però nel gusto classico come una specie di macchinario d'empireo, piuttosto nel senso ristretto d'una trasposizione del nostro carattere e del nostro comportamento nel tipo semplice dell'animale. Con l'ausilio di personaggi ben più istintivi, loro scattanti e muti, di quelli cui un linguaggio cosciente permette d'enunciarsi nella commedia, sembrava facile giuoco ritradurre i sentimenti umani già favoleggiati in innamorati volatili. La danza è ali, è fatta d'uccelli e partenze nel per-sempre, di ritorni vibranti come freccia: all'occhio che sa scrutare,




anonyma II






anonyma II


Traccia dei caratteri, il cielo e la terra tremano, gli dei invocano aiuto e i demoni piangono per tutta la notte - piccole donne decrescono e regrediscono a questo cazzo (revocare gradum: sommario dei capoversi e fors'anche delle chiuse) preso in bocca. nella posizione detta del corvo o sessantanove - suavis mamilla, irriducibile ad oggetto alcuno; nel pregiato volumetto le cifre d'un complicatissimo incesto senza parentele, un puro algoritmo di trasgressioni, un uso ipersessuato della lingua da zero a due e da due a zero, posto che l'arte non abbia sesso per il semplice fatto di esserlo, inserto, in forma di lettera agli editori: non vende. per ovvio blocco di respiro e tortura di notti insonni - se ne sancisce l'estinzione. fra torino e gerusalemme una capatina. al bar, la. psiche senza. sostanza come l'arcobaleno, così la. 'gente' è per il mistico un'illusione, simile in ciò alla materia, che i fisici considerano una forma. di energia. contutte le partite finite, concluse, termina.te, ulteriormente richiuse, parlare un pò das ist das ende, un risveglio ai primi gradi del cancro, appena trascorso il solstizio, forse ginevra, intendendosi a propri piaceri in nessun giorno della settimana, di nessun mese né di anno. alcuno, occorsero ere millenarie, questo il programma una combinatoria. strutturale, regole che incarnano l'anarchia, il che non indica. alcuno strato di determinata o determinabile leggibilità semmai lei con una giacca di pelle nera. che d'improvviso sparì nella notte nera. per questo disse voglio essere istruito nel tao - non nel tempo entropico degli orologi - fuggi dentro te stesso said plotinus. l'anarchia, nonché la segretezza degli ingredienti. Intanto la mocciosa. slargava. le gambe al massimo tutta intesa all'atto, convinta. nessuno vedesse, la. treccia oscillava. e gli orecchini rilucevano secondando il ritmo del treno - così libera, in un mondo di schiavi. Di come non fosse fallica. la pietra. di Surlej, non un dolmen né obelisco o menhir, ermafroditica piuttosto, quale plutarcheo macigno da sempre errante fuori dall'universo. Ermafroditica piuttosto, circolarmente manifestandosi un' eternità femminile era là. Se ne venne, fuori dal mitico scatolone, profumata di mirto. Quanto alla realtà cosiddetta; si veda la dichiarazione resa da invita immaginaria, esiste solo l'immaginazione, e l'opera omnia di Tomaso Landolfi, d'altro non cale, senza favoleggiare d'eroismi o di cambiare un mondo che semplicemente non c'è. Aspirando, di sua natura lo script a, e partecipando di, con quale intensi-tà d'essere, una teologica grandezza, di cui già al capitolo zero. v. anche: la microinscrizione del vuoto, in una piccolezza senza dimensioni, perla metamorfosi in corvo variazioni e cadenze sono il termine kaukila e il doppio congiungimento buccale, di nigrissima materia questa bianchezza, la sua indistinta pittura d'improvviso. Un enorme blocco di roccia. Di quel che l'orco non finisce di dire e ridire a dulcie- i nomi,-relazione orale che sta qui, nel nessun luogo del suo scriversi; il corpo un'ipotesi, topologica, probabilistica o subquantica, disse, ritornando a dulcie, in un disfraz cervantesiano: la sua dolcezza sfugge al mondo reale dove essa passa senza lasciarsi catturare più di un sogno, segue; le ombre inseguite fino alla stretta non meravigliano meno delle lontane creature della leggenda. Altri disse ti dico che è una bellissima poesia. Come se fosse possibile, credendosi quasi spiritoso, nonché munito di fondata scientificità ad excludendum, parola d'ordine non capisco, siffatta l'episteme tutto un impianto didattico che ne discendeva, tutt'altro che il cuore indicibile e sacro che si slancia con veloci pensieri e questa sintassi a esaurire ed estinguere le esistenze.



sabato 16 febbraio 2008

scholia in tragica, didascalia iconografica per uscita tre, degli epistolari intesi quali commedie







riferimento preliminare a sirventese chiamato di una nozione rococò dello spaziotempo o quel che sia






come si potrebbe vivere

come si potrebbe respirare

se non ci fosse questa felicità nello spazio?


giovedì 14 febbraio 2008

didascalia iconografica intorno all'ipotesi di una nozione di spazio



























qualcuno sogna tutto questo




se l'amore avesse un destino endimionico era la questione posta da un soggetto nel lontanissimo '86 e chi stia sognando tutto questo, una glossa ulteriore al teorema del cavaliere bianco, quale è il nome del sogno, la musica è una mia invenzione, disse




exempla di anticipazioni postreme redatte in avvenire




assaliti dal panico gli dei fuggirono in egitto:

zeus mutato in ariete, afrodite in pesce, apollo in corvo, dioniso in capra, era in una vacca bianca, artemide in gatto, ares in cinghiale, ermes in un ibis



scholia in tragica-per una glossa intorno agli elementi originari e terminali



dentro la stessa stanza i passaggi dalla tragedia classica al dramma barocco, tutte le interminabili riepilogazioni dentro le mobili soste del rococò - a questo punto un soprannome, e più di uno (......)*



didascalia iconografica per scholia in tragica - uscita due







scholia in tragica - vispo




vispo in onore delle fonti della verità e del buon senso quali le definiva Racine


didascalia iconografica - omaggio a thomas pynchon






sabato 9 febbraio 2008

didascalia iconografica per scholia in tragica - uscita uno












didascalia iconografica per scholia in tragica - terminale zero









Roberto Cavallera - due testi da remisse




mangiato forse tutto o poi, così del/il resto finito per buttare - stessi, nuovi a (passato, o non nuovo sa, certo. portati, tornati. «lappare ebrezza priva di s (continua
sulle mani un cenno. presto un bianco ) posa assoluta - misericordiosa» sorridono amare, e la terza, fa a entrambe, un affondo, un’offesa, tanto che si alzano dal tavolo escono non pagano. una quarta rovina in misteri miserie guarda basso resta, paga, guarda ancora
mappa approx creature mm continua questa parte. accertata esausta, vicino alla zona resta il suono (deciso -interno- abbracciati questi. non sta in un andare naturale a livello, di livello da / a
passa per nessuno fila «prende tira ad altezza monitore -dà del lei e lunghi amorevoli sì (intra ext, ripetere 2 v (sussurrato tra bocca e petali s’alza (afferra dai, dei a (altro: contate le, le allarga un poco a vita, nuove. ad altra, all’altra fa- sorseggiano del buono, del buon (risposta intanto aperitivo. gambe posate, dorme, sì, piccolo, poco (guardano davvero per affetto. continua
a indovinare l’età il corpo- spostati i piedi, voltati, le mani. andate



panorama ben riempito a parete, a fusione piena. masticato nella ciotola. scritto sopra: mil
sfumature, benvenuti" nei caldi nei verdi
girati su a -apparenze - ricordati scuri. raggiunti pigramente. «aperto. nome, fa quel chiamare -sfilata una maglia del risvolto per via della manica, la maniglia, ride
lenti a sfinire, sfare troppo a lungo. averlo su, lo sguardo meno (irregolare / ripido -messa più pratica - ride, sta ferma va insieme altri sfiorandoli «raggiunte prospettive finte sicure, pagate a peso
più facile (chiesto breve toh - rassicurato «qui nevica, meno spazio giù e congiunzione -precipitati a perfezione qualcuno (qualcuno reclama chiede no nessuno
a destra» risponde poco. a pugno, lo gira così, quando lo riapre non ha niente, non aveva «solo da tirare *, cinque bianche (uscendo. recita a c capricciosa -l'innamorata lo avverte- «d’improvviso s’ode un vagheggiar d’aere » cit. - sta per aria fa- scende seguita da «alza, alza più su
a cumulo a segnale. prima: stretto a vita. «infila sottili, si capisce -preziosa tiene ad avere dove mangiano si mangiano tutti apre con una bestemmia con voce dentro così -restituite


mercoledì 6 febbraio 2008

interludio per un possibile finale














racine a proposito delle provinciali di pascal: una commedia - e qui si consuma il distacco fra la tragedia come opera d'arte che celebra e glorifica comunque la grandezza della vita e quella del linguaggio con la commedia dall'altra parte.
che un tragediografo assuma la scrittura epistolare come archetipo di commedia, e quale scrittura epistolare, dice, elusivamente, moltissimo. occorre tornarci a lungo, hic manebimus optime

lunedì 4 febbraio 2008

vispo che accompagna il sirventese rococò


senza nome è chiamata
un tema da far rabbrividire a lungo
i filosofi ed avvampare le pagine






sirventese rococò - traccia tre - omaggio a laozi e lewis carroll


qui c'è a dir poco o il minimo un
tema di ontologia pragmatica
e di filosofia del linguaggio da far rabbrividire a lungo i filosofi del linguaggio - una glossa in millenario anticipo al teorema del cavaliere bianco:
senza nome è chiamata












arcadia maior project - sirventese rococò - traccia due






this is the full story: il frutto di mango, l'acqua, l'elefante, il ragno suo nemico, il fallo, la dea, l'albero che fuoriesce dalla testa della figura in meditazione




arcadia maior project - sirventese rococò traccia uno


progetto di transizione da apocalisse ad arcadia secondo sillabario
la carne è lieta oilà
tutti i libri aperti sul nome di pafos e tutti gli altri
nel tempio della denominazione rendere omaggio al nome di kali la dea suprema inghirlandata da cinquanta teschi con sei versi di variabili metri a raddoppiare la gayatri ulteriori sestine nel sirventese che prelude a canzoni a ballo



















sabato 2 febbraio 2008

visposproject#3


visposproject#2