lunedì 29 dicembre 2008
la cosiddetta storia
Pubblicato da riccardo cavallo
Etichette: conversazioni, sgorbi, transcriptiones
enrico perlo - in a memory
In a memory
Relieved to know
that
You are not slave
of any Eternal Paradise
You just were
As a leaf, as a flower
As a rock daily smoothed
By the river’s water
Unforgettable
Pubblicato da riccardo cavallo
Etichette: enrico perlo
venerdì 19 dicembre 2008
Roberto Cavallera - Blister - stesura completa
1.
torpore da (reverie
rivista magra, magra, sottilissima
(passa subito
abbagliamenti da scena
riprenderli tra secoli
riprendere il discorso
(circa il poco che
2.
a lato trasparenti
piaciute
sopportate
ortografia sconcia - ignota a
serena milite assenza
vuoto
riparo
(senza
3.
sopra luminoso
dentro)
ripartiti - divertiti
spaventosamente estesi
prima stringa luminosa continua
in quale posto
da chi
di chi
4.
ronzano - mangiano
danno - partono
ripartono - a mano - svelti
guardano - ronzano
a disastri -
a coperture -
a cose
date cose
fuori
andati soli
valghi d'ore
5.
imparare come
(parte maggiore
non conoscere mai chi
chiesto di
piccole facce custodite
interferite
desiderate (raggiunte
rich min esp
a: addomestiche
a: care
6.
trasmessa
una linea un braccio
ecco:
perché:
a movimenti
a riflessi
a presto dunque
contenuti in razze
in scorie in cose
non si fum aon croste
7.
dismisure necessarie
brevi
uniti i puntini
riempiti gli spazi (una volta, due
supporto:
rec/ chiuso
sfattimenti
raccolti in numero di
9.
succhiamento a pieno
sugna del collo
sabbia
prima condizione
allenata assenza di sviluppi
definitivi tempo e condizione
vengono sopra
dedizioni prive di preghiera
spese le
ignorate le
suddette proposizioni
fatte
giunte al tatto
che sono cosa fatto cosa ho/ha
vengono sopra
10.
dette date
perse tenute
percorrerle a
dicendole / vedendole
saperle durate
durare sempre
con estensioni svagate di viste
di totalità
misurate con metodo
ecco
aspettano (l'aspetta sotto
una uno
già costruiti
(l’effetto momentaneo:
il regno
il tempo
arriva
uno
una
chi prende chi
(si prevede attività in settore
11.
deteriorabili deliberati
sistemati
confusi per privazione
partecipazione immediata
assenza smessa in passi in pesti
in bocche, in pasti a
vita (a pretesa a
12.
strumenti segnati
malaccidentati
per mezzo d’occupazioni volute
di pelli tele prodotte le stesse
cose portate controllate
da non perdere
da non credere
diventate
13.
ha sb
faccia da sb (di
ha agganciato la cosa / ha raddrizzato
su. cominciato il flusso
faccia su / altro
(il flusso tiene
(si sono seduti - hanno guardato giù
(di traverso
poi chiuso
i vetri riparando il giusto
14.
previsto questo:
l’oggetto. ricerca interna
comincia. opzioni: le stesse
tutte osservazioni ammesse
ottenuti i combinati
i disposti
breve commento / controlla
dato in parte
detto
era / era
gettato / corroso
previsto questo
tutto
15.
capire il gioco (poco
aggiunte incisioni in cute
fatta preghiera di
nel senso di
cambiamento di
chiamata (non risposta
che voi: detto: era. dev’essere
la prova l’opzione / l’arresto / qui
rispondere direttamente, così: uno
quantità occupata da presenze da / di
/ non scelte / scelte
16.
stretta alle estremità
in meno
appare: simile
non si cura (questa
a contatto
a
17.
divise in parti
vedute desiderabili no invece
la risposta - modifica - la disposizione del
riapre
attenzione (segue
determinare gli articoli (cose
non messi
male
ma visti
male
opzioni relative
non abilitato a
(non eseguito
a
18.
la pagina (il profilo
azionate le stanze le giostre (le parti
osservate le parti più nere
senza commento scelte
date non stelle ma galassie più strette
19.
l'oscillazione l'imperfezione
una casa una prova la causa
ma quanto da qui
chiusa in parte, anche
altra parte ancora
20.
armonico il tempo (l’ordine
opposti
ad elevazione a
/ inclinazione /
l’asse verticale, perfetto
se visto no
non se ne parla
se detto no
21.
tema / contesto
generato
dalla conseguenza a (molte teorie a riguardo
espressione rivelata intercambiata
piuttosto la definizione
la dialettica il codice la categoria
un termine un discorso
percezioni:
manca il soggetto
manca il resto
22.
a margine altro (dato
(stesso
-la qualità la distinzione
l’evidenza: potrebbero dirsi
-accolti all'uso
a rapporti a basi a buone
a carni / identità / carte
a -
il senso di questo, di questi -
impiantistica della pietra
dell’occhio
della voce
terre comuni
dialettiche chiuse al senso
i locali (i luoghi -gli stessi
il difetto è morale
(si porta dietro
dietro si fa coda
si fa fila
23.
abito ripetizione
stesso sinc
ripetizione (enfatico
lattanza del modo
verso esterno
recto più con chi
con chi restare / restate
abilità di perdizione (più altro
(enfatico
l’abito l'incontro lo stesso
(enfatico
24.
commento scaduto
perso il filo
(per ricami al vivo
retto (affezione del
segreto
26.
l'oscillazione l'imperfezione
prova assoluta le scarpe il completo
precisa, imperfetta
suggerisce una verità
una realtà un insieme
esamina l'espressione i denti la piega
suggerisce una scelta
fa fede il resto
(fa parte del guasto
stretta sui fianchi
misura un giro
sul piede che aspetta
29.
su con l'illuminazione
con la separazione (gradi di
associazione richiesta
parla ma non sente
a memoria il salto
corretta la transizione
una certa un certo legame
piccolo, terribile
prima di tutto in parte in tutto
insomma poca conseguenza
conseguente
calo costante delle ordinate
(tutti i sopraccennati
di dalla somma simile all inc
non in a:
in b
felicita entryway
punto zona scambiata in
specie di terminazione
opzione: là
31.
tenuti buoni
in qualche modo avuti
cose desiderate
agite su cosa (tuttavia
vedete cosa desiderate (avete ecc
cosa sentito unico
il colpo (l'arresto
quante volte (richiesto
per un istante: si domanda
la domanda
perché tanto tempo (richiesto
ripresa del motivo
(di getto, presto
curioso contro
(vedi sopra
vicino dentro
pieno di generazioni
/ sparenti / piacevoli
frammenti di continue
(volano da sotto hanno un alito
- come tutto
spartizione interna
a: trasparente
rotazione
luce gaz motore
freddo di giorni
nell'umido di parole svelti
svelti guizzano riversi svegli agitano
sonagli
parte interna umida ragionevole
fratta fra la prima e l'ultima
fuori continui
rotazioni simboli
rosse gettate visioni
sopportate ferendo
di qui la causa, lì dove
(si vede
di costituzione perfetta
la s spaccatura ambulante
molti (tutti
32.
rimessa la carta
l’oggetto
visto a seguire
tutto in vulgate in date in archivi
di schianto
rapido
dominio mobile
d’un effetto
d’una massa
tranquilla
d'un collo che flette
che segue
33.
fami esterne al tempo
a un maggio uscito presto
per poco, a caso
il resto a male
il resto male
34.
aderenti i margini
gli orli i bordi i ricami
tutto un voto un commento
manovre stinte al vero
avuta e persa un'imprevista presa
aperta confusa chiusa
non inteso il punto l’argomento il punto
35.
deciso un senso
un’estensione acuta
incerte le stupefazioni
tese su infanzie dure, morte
sgraziate, salve
scorse a sbozzi
poco, sperato poco
tracciate spume su venti su ali
su quadri, cadute
qualcosa proprio nuovo
per tentativi
sprofondati lì
sedotti da madri
da onnipotenze
da stronze semenze
fanno carne
fanno a farne
36.
tremenda sicura
circonferenza che sale
sbiadita su figure quante
tirato a secco
un vecchio pezzo
diffuso a pena
preso nel mezzo
continuato in alto
allarme perimetrale
delle stagioni
incise da capo
rivelate da prati da soli da nevi
averne
più brevi
37.
di movimenti di gravi
abbandonate divise
prese parole
prese un paio
minute al contagio
al giorno
evocate al modo d’intenderle
mosse come pagate
peggio d’ogni tempo
38.
s’entra contrassegnati in
esemplari da uno a
cominciati subito a
dismessi
lisciati traditi (gli eventi, quelli
travolti dagli
ripetuto / detto
dal vero soprattutto - affermato
disposti un momento (contro
segni di statiche in generale
sopraggiunte cariche
amati senza vergogna da a da b da a da
stilati da secoli
stillati ai secoli
adorati, ritentivi
troppi
meno ancora
i campi scoperti
gli schemi aperti (chiusi
versati, ulteriori
non dato sapere in quali, in chi
seguiti e contesi
su pochi, pochissimi
in piedi sempre più tesi
39.
per contro un giro un ballo
eterni al momento
massimi eredi di chi crede e
provvede
si tiene una storia su
a naso
drammaturgie negre
attaccate ascoltate
a umane a merde
intorno una precarietà di cagne di cani
segnati da cacce da voli
opere dalle traduzioni infami
di tradizioni nane
in linee in profezie
il busto il tronco
trovati vuoti
non si lamentano perdite
sarà l’epoca l’era l’impero
e giù a scolorare
ogni verosimile nero
40.
salita una sabbia a levigare l'inverno le pareti
vista all'infinito una fatica
da dentro un freddo dimorato da spiriti da grazie
intese forze votate a giovinezze a primavere a bellezze
sondati esposti: sempre stati qui mai andati
bruciati a freddo su gobbe su muri
girate le spalle la schiena
detto che non c'era
l'anno dell’era dell'epoca di chi di
faceva così sera così vera
41.
sìallunga brilla fa sente
sfiancata alle crisi
pronta a espatri da / per
trattata da un mutamento
una lotta
libera finalizzata a
da
prestata
nuova di zecca
ficcata dentro bene
chi viene viene
42.
dove davvero vedere
dove davvero cominciato così male
illuminati da
detti per
(sempre
più forma sotto, intorno, al centro
puntato fisso
nozione: dichiara d'esser stato a (no
messo a sul centro sopra
dritto: curvatura al doppio
più forme sotto
al centro
Pubblicato da riccardo cavallo
Etichette: roberto cavallera
mercoledì 17 dicembre 2008
sgorbio per ipernovella
skip to main skip to sidebar recognitiones
transcriptiones
Fedra, Ippolito, fra Racine ed Euripide; il circuito incestuoso mai attualizzato ma incombente - la predatrice è Venere, per intero attaccata alla sua preda. Ma l’assassino è il pudore, nelle sue forme più svariate, vergogna, senso di colpa preventivo, ritegno; dilaniamento e suicidio gli fan compagnia. Fra 1150 e 1200 i trovatori e gli estensori delle razos e della vidas articolano i presupposti di un’altra scena:
…que ac nom Madonna d’Aia, aquella que dis al cavalier de Cornil qu’ella no l’amaria, si el no le cornava el cul. Filigrana o fantasmatica dell’unicorno? Stilnovismo ed amor cortese in nuce? Insostenibile sia filologicamente che sul piano della critica letteraria, che d’altra parte allignando fra giornalismo e accademia non può neppure sfiorare tali questioni
(seguita, inevitabilmente)
Smantellare la struttura formata dallo spazio e dal tempo che l’universo ci avvolge addosso la prima volta che raggiungiamo la coscienza>qualcosa (qualcuno) che non c’è mai stato, eppure ritorna, il fantasma.
I sistemi temporali, derivati secondari da ipotesi geometriche.
Pubblicato da riccardo cavallo a 16:33
Etichette: conversazioni
:
e
la grande posta in gioco del discorso - dico bene discorso - letterario: la trasformazione paziente, ingegnosa, quasi animale o vegetale, infaticabile, monumentale, derisoria o piuttosto rivolta alla derisione, del proprio nome proprio, rebus, in cose, in nomi di cose. La cosa sarebbe qui lo specchio, in cui prende avvio il... ...il calore di un aspetto che si arrapa (qui se bande) nel nome.
Nessun oggetto per baubò i cui occhi sono capezzoli e i capezzoli occhi, zone erogene schizzate in cielo e nulla che di lontanamente simile ad un organismo - alzando la veste rese felice una dea e interruppe una disavventura
)
Traccia dei caratteri, il cielo e la terra tremano, gli dei invocano aiuto e i demoni piangono per tutta la notte - piccole donne decrescono e regrediscono a questo cazzo (revocare gradum: sommario dei capoversi e fors'anche delle chiuse) preso in bocca. Nella posizione detta del corvo o sessantanove - suavis mamilla, irriducibile ad oggetto alcuno; nel pregiato volumetto le cifre d'un complicatissimo incesto senza parentele, un puro algoritmo di trasgressioni, un uso ipersessuato della lingua da zero a due e da due a zero, posto che l'arte non abbia sesso per il semplice fatto di esserlo, inserto, in forma di lettera agli editori: non vende. per ovvio blocco di respiro e tortura di notti insonni - se ne sancisce l'estinzione. Fra Torino e Gerusalemme una capatina al bar, la psiche senza sostanza come l'arcobaleno, così la 'gente' è per il mistico un'illusione, simile in ciò alla materia, che i fisici considerano una forma di energia. Con tutte le partite finite, concluse, terminate, ulteriormente richiuse, parlare un po’ das ist das ende, un risveglio ai primi gradi del cancro, appena trascorso il solstizio, forse ginevra, intendendosi a propri piaceri in nessun giorno della settimana, di nessun mese né di anno alcuno, occorsero ere millenarie, questo il programma una combinatoria strutturale, regole che incarnano l'anarchia, il che non indica alcuno strato di determinata o determinabile leggibilità semmai lei con una giacca di pelle nera che d'improvviso sparì nella notte nera. Per questo disse voglio essere istruito nel tao - non nel tempo entropico degli orologi - fuggi dentro te stesso said Plotinus. L'anarchia, nonché la segretezza degli ingredienti.Intanto la mocciosa. slargava le gambe al massimo tutta intesa all'atto, convinta nessuno vedesse, la treccia oscillava. E gli orecchini rilucevano secondando il ritmo del treno - così libera, in un mondo di schiavi. Di come non fosse fallica la pietra di Surlej, non un dolmen né obelisco o menhir, ermafroditica piuttosto, quale plutarcheo circolarmente manifestandosi un'eternità femminile era là.
Pubblicato da riccardo cavallo a 21:36
fogli tirati via da pagine già pubblicate
L'archetipo quello del motus perpetuum dell'acqua, come ovvia mimesi della superficie e della profondità della coscienza - lievitazione degli echi e delle risonanze. Mimesi non nel senso di imitatio: valga per epistole a detrattori passati e futuri, posto che "classico" e "romantico" non siano altro che i bordi irregolari di una costruitissima area di sensibilità, cosmesi che un tale linguaggio non può che oltraggiare. Obliato nel calore della stesura il terrore, che pare diminuire, o sparire addirittura, mentre si scrive, cosa che consiste nell'aggiungere foglietto a foglietto; ben più di un'epistemologia ed un'estetica del frammento, un'esigenza ineluttabile, piuttosto, che aderisce a necessità intrinseche, dalle quali è a sua volta generata, senza che si possa sapere cosa viene prima. Forse qua e là delle date, incerte e poco leggibili, graffite. È la scansione a trionfarvi come strumento di un’elaborazione infinita. Si rifiuti ogni neoromanticismo: attenzione al materico, fabuloso deposito d'ogni sorta di incantamenti, leggende e sincronie inaudite, fra squilli del telefono, polpi minoici, memorie di volatrici del cielo. La trama, a raccontarla, non durerebbe più di un istante. Il lago non era dove si trovava di solito, non fosse per i neri del montaggio; Godard o Bresson. Traiettorie indefinitivamente deviate, nell'avvicinamento alla cattedrale o al castello, che paiono svanire nell'indistinto man mano che ci si avvicina un ambiguo sostrato di risonanze. Questo il carteggio. Picassiana la donna: nudità perlacea ora di biacca ora di fango, vi retroagiscono memorie di tetti parigini ripensate con tutta probabilità a distanza, sulla Costa Azzurra, la cui luce nondimeno è tutt'altro che estranea agli artifici ed alle accensioni interne al campo dell'immagine. Quel che la luce finge di rivelare: un ordine irreversibilmente rovesciato, l'inversione dello sguardo. Supremo compendio grafico alla trattazione dei volumi disposti in un cubo immaginario è il segno zero, mal tracciato, in copertina (allegro-andante-minuetto uno e due-presto). Dall'ovale all'ovoide, sia esso totemico o modiglianesco: nella veduta impossibile si dispiega un antinaturalismo che perviene al suo punto di non ritorno. Era il 1971. Là si separava il pesante dal leggero, in un tratto scritturale istantaneo, precisamente quello che nella scrittura non è riducibile a discorso, senza bisogno di ulteriori feuilletons e chiacchiere. Nel gran gala della meditazione una magia antica e potente: essere, non essere, il riflesso della luna sull'acqua, la vita e la morte dimenticate in un gesto invisibile. Sommerse dalla vegetazione le tracce. Queste non erano che un tributo all'incantesimo di riportare il silenzio, cartelle dattiloscritte
Pubblicato da riccardo cavallo a 14:49
fogli tirati via da pagine già pubblicate
estinti e Yeats a trascriverne il suono in versi immortali, canon perpetuus super thema regium; la fanciulla impubere posseduta contra naturam dal nano malvagio nei reami sotterranei davanti al camino acceso fra pentole ricolme d'oro e forzieri che celavano invisibili ricchezze, il ridente raggio di luce che la fiamma gettava sulle sue spalle e la sua schiena nude nella penombra, un facsimile strutturale omologo alla situazione di Elena sodomizzata tredicenne da Teseo, indi rinchiusa nella rocca di Afidna. Quasi fosse possibile circoscrivere alI'interno di un modello funzionale l'entelechia, dispiegata non altrimenti che in catastrofi, di un simulacro. "Me ne fotto della morale dell'umanità, come d'altronde di tutto il resto" precisava con acutezza Céline, evocando una bolla d'infando dolore, cumuli di biancheria stirata nell'appartamento materno, qualche stazione della metropolitana più in là, circa una quindicina, si udiva "fammi sentire il tuo froufrou". Scesero dal marciapiede in ritardo di quattro minuti, lui guardava il morbido movimento dei seni sotto il lungo abito da sera di lei, il traffico parve fermarsi. Le relazioni presentate erano tanto più incongrue tanto più si volgevano a giustificare eventi e soggetti: fantasmatiche causali, sensi di colpa ininterrottamente retroagiti nel discorso e attraverso di esso. Fra il blu e il nero della notte ci si immerge, o a dir meglio si svanisce in una sorta di meditazione profonda, nella quale notoriamente ogni sforzo si estingue. Oltre l'enigma del nome segreto del nano e dell'eroe non lontani sono gli indizi di Myrthenfraulein e l' istantanea venusiana della principessa - cui il vento sollevò il vestito (che anticamente stava ripiegato in un guscio di noce) fin quasi a toccare le falde del largo cappello di paglia, scoprendo un rado vello rossastro fra le sue cosce, inaspettatamente grosse appena fasciate come da una strettissima velatura di fumo; in un improbabilissimo commentarlo alla trasparenza la difficoltà massima consiste proprio nella coscienza dei propri cosiddetti strumenti: se si tiene conto che questi non sono affatto degli strumenti, valga come esempio il linguaggio. Non diversamente i colori: l'estrema difficoltà di nominare un colore unitamente all'essenzialità di nominare i colori, tutti colori deriva dal fatto che si cade incessantemente dalla monografia alI'invocazione, e viceversa, per finire in una meditazione non più tematizzabile sotto alcuna rubrica. Al punto di confluenza fra la narratrice di fiabe e l'ascoltatrice nient'altro che il il sogno. Era il sogno a vocalizzarsi nel suo stesso interno, Iris il nome della messaggera. La temporalità: mera ipotesi fra ipotesi, per giunta epochizzata, va a determinare ulteriori cpmplessificazioni nel riquadro della banda orizzontale riccamente illustrata, luogo per definizione del racconto, e proprio in virtù di questo strutturalmente infedele alla sua
T.W.Adorno:
La teoria si vede rinviata all’obliquo, all’opaco, all’indeterminato, che, come tale, ha sempre qualcosa di anacronistico, ma non si esaurisce nell’invecchiato, perché ha giocato un tiro alla dinamica storica. Ciò appare, meglio che altrove, nell’arte. Libri per l’infanzia, come Alice nel paese delle meraviglie o Pierino Porcospino, di fronte a cui sarebbe ridicolo porre la questione di reazione o progresso, contengono cifre della storia incomparabilmente più eloquenti del grande teatro hebbeliano, alle prese con la tematica ufficiale di colpa tragica, svolta dei tempi, individuo e corso del mondo (…)
Si potrebbe sostituire qui, circostanziatamene al materiale pubblicato teoria con scrittura, Hmlt di Cavallera (un dramma barocco senza il dramma, salvo il precipitate di questo in un prologo vuoto, foglio bianco o parola ancora impronunciata) Prosthesis, nella più recente versione offertaci un dramma barocco senza dramma e senza barocco - il minimale alle conseguenze estreme. E non diversamente si potrebbe dire degli esercizi antigonei di Laura Silvestri, che fingendo di risolversi apollineamente ed orficamente in canto aprono sul feticcio, sulla castrazione e sulla fuga. Di Greta Rosso si potrebbe dire che finalmente lo scrivere non è soggetto a ipoteche liriche o narrativo-linearistiche; un motivo che basta a sé stesso. Qui si tratta, se non lo si fosse capito, di marginalia e note integrative, più che di frammenti analitici o critici, peraltro già operanti nel corpo dei testi, ed in periodi che tendono a rivalutare malamente la colpa tragica, la svolta dei tempi, l’individuo ed il corso del mondo.
fatta per circolare come una lettera aperta ma illeggibile. Semi-privata,semi pubblicata.
Ogni vincolo è stato sciolto e proprio per questo, perché si è esenti, prosciolti da tutto, niente va più, niente si tiene insieme, niente avanza più. La lettera può essere letta da chiunque, ma una volta intercettata, basta un secondo - il messaggio non ha più la possibilità di raggiungere alcunché di determinabile in nessun luogo (determinabile) possibile.
per un omaggio a k. acker, don chisciotte l'uscita dalla tenebra
"Volmar disse: 'Quello che pensi è sì e no un abbozzo di pensieri - sessuali senza in realtà poterli provare attutì le mie sensazioni fisiche -
Devi averne la percezione esatta. Lo rifaremo da capo così che. Diminuendo, il mio abbandono sessuale mi fece provare un interesse sessuale più diffuso o meno concentrato.
"Volmar: disse: 'Quello che pensi è sì e no un abbozzo di pensiero - "Dalbène mi chiese: 'Cominci a capire?'
Devi averne la percezione esatta. Lo rifaremo da capo così "Dalbène mi chiese: 'Cominci a capire?'
potrai cominciare a percepire cos'è.' "Volmar interruppe di nuovo chiedendomi se la mia reazione.
"Delbène mi posò lievemente le labbra della fica sulla bocca. Era stata più forte nel buco del culo o nella fica. Non mi piaceva il sapore delle labbra della sua fica. Ma dovevo "Volmar interruppe di nuovo chiedendomi della reazione - continuare ad assaporarle. Imparai ciò che mi piace e ciò che non era stata più forte nel buco del culo o nella fica.
Mi piace. E intanto le stuzzicavo il capezzolo con la punta dell'indice - 'Quando mi penetrano dal culo vengo di brutto, più che dalla fica dice della mano destra, su e giù, avanti e indietro, nero e bianco, fica, anche se nel culo fa più male. 'Ti vedo non ti vedo, 'Quando mi penetrano dal culo vengo di brutto, più che dalla destra piaceva fare. Quando posai la lingua proprio sulla punta, la fica, anche se nel culo fa più male.'
La mia clitoride diventò il capezzolo. Mi piaceva. ''Significa che provi una sensazione fisica più forte, "Delbène mi posò lievemente le labbra della fica sulla bocca. Di mezzo il dolore fisico?'
Non mi piaceva il sapore delle labbra della sua fica. Ma dovevo "'Significa che provi una sensazione più forte quando c'è di continuare ad assaporarle. Imparai quello che mi piace e quel che non mi piace. E intanto le stuzzicavo il capezzolo con la punta "Sono troppo giovane per saperlo - dell'indice della mano destra, su e giù, avanti e indietro, nero e 'Sono troppo giovane per saperlo.' Bianco, ti vedo non ti vedo, cosa che alla mia punta dell'indice "L'età non ha niente a che fare con la percezione, o conoscenza - della mano destra piaceva fare. Quando posai la lingua proprio là. Non mi interessa sapere cosa ti hanno insegnato ne del tuo fallo - sulla punta, la mia clitoride diventò il capezzolo. Mi piaceva. so io.'
"Contemporaneamente: Volmar che era una ragazzina mi "L'età non ha niente a che fare con la percezione, o conoscenza - aderì con tutto il corpo, tranne il viso. Poi sgusciò sotto. Sparì. Non mi interessa sapere cosa ti hanno insegnato né del tuo fallo -
la sua testa mi rispuntò fra le gambe. Così come Dalbène mi aveva so io.'
leggermente posatole labbra della fica sulla bocca, io posai le mie "Non ho alcuna esperienza di tutto questo.'sulla bocca della ragazzina. "Non ho alcuna esperienza di tutto questo.'
"Contemporaneamente: Volmar che era una ragazzina mi "Non mi interessano gli strati dei tuoi ricordi culminati, come
aderì con tutto il corpo, tranne il viso. Poi sgusciò sotto. Sparì. Là gli strati della cultura europea, in un fatiscente albergo sul mare. La sua testa mi rispuntò fra le gambe. Così come Dalbène mi aveva fatto con i muri che si scrostano trasformandosi nella letteratura. Leggermente posato le labbra della fica sulla bocca, io posai le mie secondo loro li sostiene. Mi interessa quello che sai. Cosa sai, cosa sulla bocca della ragazzina. avverti?'
"Laure era la più arrapata di tutte. Con la mano destra sfregava "'Non mi interessano gli strati dei tuoi ricordi culminati, come la fica di Flavie, con la sinistrà la fica di Volmar. Osservai certi atti gli strati della cultura europea, in un fatiscente albergo sul mare.
)
Avrà senz’altro qualcosa a che vedere con la vicenda degli epigoni. Uno scrittore che sta entrando nel cono d’ombra dell’obsolescenza ne cita un altro, illeggibile perché la sua opera è stata censurata e sequestrata.Un terzo, una sorta di cide gamete benengeli tirato fuori lì per lì, che sarebbe quel momento lontano, trascrive (etichetta: transcriptiones), ed è inevitabile che come in simili evenienze trascrizione e fabulazione si confondano all’indistinguibile. Tanto più quando il progetto, in spregio ad ogni categoria di progetto, sarebbe quello di un inno, o almeno un bigliettino a Baubò, che sollevandosi la veste confortò e fece godere la felicità alla dea, nella certezza che a tale felicità quelle scritture lo eleggano. Frase in scrittura tiffinagh: "cerchi, croci uncini, quadrati striati, punti, piccoli gambi, triangoli. "Questo fondo pittografico ritma la scrittura primitiva, la scrittura del coito in cui il regime scandito, a virgole, della frase è a un tempo motore verbale, lapsus e parola oscena, terreno della rappresentazione insabbiata. Si introduce qui la" stoffa" intorno alle reni, a un tempo svestizione della madre e fasciatura del bimbo, la mussolina, la "djellaba* tutta gonfia di aria violetta" (mucose ancora gonfie per l'attesa della scoperta del fallo materno) che fa spumeggiare (mousser) il fallo sul dorso del maschio (madre rivoltata), ingrandimento delle carni circoncise del pene collocato nella conchiglia o sotto la "cammella": "capigliatura sparsa sul sedere ombreggiato dalle pieghe. "Il ragazzo succhia il capezzolo come la donna morde la verga. Quanto al cofanetto del feticcio, "sacchetto di pelle (prepuzio) scarificato bloccato in un bidone shell (conchiglia) tagliato al livello del versatore (circoncisione), "esso contiene" fibbie (boucles) collane, anelli, braccialetti, ciondoli. "Il testo contrassegna qui al suo stesso interno, nella rappresentazione puntuale della sua genesi, come la scoperta storica della scrittura sia stata contemporanea a quella dei coloranti, dei maquillages, dei paramenti, a loro volta rovescio della sepoltura. “La sua verga attraverso la djellaba” accarrezza triangoli, orecchini, losanghe, cerchi, rettangoli d'argento, d'avorio. "Il corpo-fallo è così feticizzato per iscrizione diretta: "tracce, cerchi, croci, rettangoli sulla sua fronte" / "le labbra mosse per l'accompagnamento muscolare dell'intreccio. "La conchiglia - da dove esce Venere-fallo salendo dal fondo della madre - è calpestata - come i "neonati " - dal tallone (pene) "fessurato": essa "schiuma."Più nettamente: "Il piede del ragazzo sussulta sulla vulva" / "la sua verga si ritrae negli anelli (boucles)."Piacere che declina nell'ombra del soggetto. Fallo-della-madre: "l'orizzonte si rovescia, sole a strapiombo - sagoma tropicale irradiata - declina, massa erettile, nell'ombra occidentale. "La donna (fallo) è vestita da feticcio (anelli/seni, collana/collo, diadema/fronte, orecchini/lobi), mentre la scrittura di frase del coito rappresenta di nuovo il suo impulso di riproduzione tatuata dalla feticizzazione: "disegna sulla fronte ferma, con la punta di una treccia imbellettata... una croce punteggiata, un cerchio... " Simultaneamente il fallo della madre si scrive come un gioiello di nascondimento mobile, innestato nella consonante vale a dire una chiave, sulle labbra. Qui il testo continua da un’altra pagina di taccuino. Il testo non è un oggetto computabile, è un campo metodologico in cui si inseguono secondo un movimento più "einsteiniano" che "newtoniano", l'enunciato e l'enunciazione, il commentato - e il commentante. [...] Il testo è prima di tutto (o dopo tutto) questa lunga operazione attraverso cui un autore (un soggetto enunciatore) scopre (o fa scoprire al lettore) l'irreperebilità della propria parola e perviene a sostituire il si parla allo io parlo» «Testo vuol dire Tessuto; ma laddove fin qui si è sempre preso questo tessuto per un prodotto, un velo già fatto dietro al quale, più o meno nascosto, sta il senso (la verità), adesso accentuiamo, nel tessuto, l'idea generativa per cui il testo si fa, si lavora attraverso un intreccio perpetuo; sperduto in questo tessuto - questa tessitura - il soggetto vi si disfa, simile a un ragno che si dissolva da sé nelle secrezioni costruttive della sua tela. [. ..] Sulla scena del testo niente ribalta: non c'è dietro il testo qualcuno di attivo (lo scrittore) e davanti qualcuno di passivo (il lettore)».
« In questo spazio, non più unificato e orizzontale, ma verticalmente sdoppiato - ciò che suppone, a priori, una nuova fisica, una nuova topologia -, non abbiamo più il rapporto abituale di qualcuno che si rivolge a qualcun altro, ma una struttura doppia a partire da un testo. Scrittore e lettore passano dallo stesso lato dello schermo della finzione e le loro operazioni divengono simultanee e complementari» .
Pubblicato da riccardo cavallo a 11:34
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[tutto dunque e pieno di dei più di quanto ci si accorga, l’avvertimento proustiano risuona fin dall’epoca presocratica attraverso tutto l’ellenismo ed oltre - fino al desolato deserto di ora difficile persino a nominarsi… ecco di seguito, quello che io credevo un brano e non è che una frase mozza che trascrissi dal temps retrouvé, so dove, ma non so dove sia la trascrizione, un’epoca fa, e dire che era già da un pezzo il XXI secolo] LASCIAMO CHE IL NOSTRO CORPO SI DISGREGHI, GIACCHE’ OGNI PARTICELLA CHE SE NE DISTACCA VIENE, LUMINOSA QUESTA VOLTA ED INTELLIGIBILE AD AGGIUNGERSI ALLA NOSTRA OPERA…
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seguita da:
breve nota su arianna
adìos sharzad.niente più racconto e non possono più punirti,più niente da inventare se non il volgere le spalle alla camera delle meraviglie,dei giochi perduti e dei ricordi.e mnemosine rimane pur sempre di natura titanica,finanche nello svanire sul fondo della figurina che simula un congedo,una lontananza messa in atto senza più canti o gesti-di svariati fantastiliardi a glossarsi in futuro almeno due le quaestiones,qui:come dire che il filo che strozzò fedra in un’epifania del desiderio sospeso per sempre è lo stesso che 'salvò' arianna e teseo-ed è poco ancora che qui s’inizi ad accennare alla ambivalenza dell’idea stessa-ma non solo dell’idea di salvezza -tutto avviene nel retro aggrovigliato e contorto di un arazzo,o a dirne di più,nel retrofondo oscuro del linguaggio-in secundis se l’offrirsi ed il sottrarsi della figura non si confondano oltre il sopportabile ed il sostenibile fra la backdoor beauty di watteau già citata[compostxt e supra] e quest’indecifrata bambola che fa sembiante di [...]
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domenica 14 dicembre 2008
frasi del xxi secolo
fra romanzi ferroviari e fenomenologie dello spirito,nostalgie di microonde,probabilissimi poemi medievali,romanzi cavallereschi,iscrizioni gotiche
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venerdì 12 dicembre 2008
"Piccoli trattati dei nichilismi" su Compostxt
lunedì 1 dicembre 2008
bildungsroman automaticamente generato
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la luce del crepuscolo a Varanasi
luci del crepuscolo a Varanasi
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giovedì 27 novembre 2008
giornalini di poesia assoluta
Cutup da: mistero di arianna secondo nietzsche-di qui l’illusione di una falsa affermazione,l’uomo superiore si appella alla conoscenza:pretende di esplorare il labirinto o la foresta della conoscenza;ma la conoscenza è solo il travestimento della moralità,il filo del labirinto è il filo morale -la morale è a sua volta un labirinto-finchè arianna ama teseo partecipa a questa impresa di negare la vita-è arianna che tiene il filo nel labirinto,il filo della moralità-ed in certe versioni con questo si impicca-abbandonata da teseo cade addormentata-qui l’avvertimento finale a distanza di millenni:allora l’anima tua proverà il brivido di desideri divini [...]infatti è questo il mistero dell’anima:solo quando l’eroe l’ha lasciata le si avvicina in sogno il super-eroe-piu' nessun minotauro,nessun eroe nessuna impresa,si apre un'altra scena
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un paese di draghi e di remote lontananze
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sabato 22 novembre 2008
shrink poem vii
http://http://compostxt.blogspot.com/2011/08/shrink-poem-fuori-catalogo-viii.html
ragazza postpunX smette con l'anarchia,c'erano troppe regole
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venerdì 21 novembre 2008
notizie dalla riva di un lago
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digesto dall'antigone di laura silvestri,elementi centrali
qui,ove sono ospitate iscrizioni su rovine d'arcadia,templi della memoria,sillabari degli epigoni,
stringhe si torna dunque sulle varianti di una narrativa in versi di ascendenza o forse discendenza sofoclea che e' partitura per caduta del suono e musica che si estingue,continuando a questionarsi se sia la tragedia destino della rappresentazione piuttosto che rappresentazione del destino,insieme a quanto se ne giochi nella parola,nei sussurri e nella grida della nominazione,allo stadio in cui persiste la proibizione dell'eros altrimenti che in forma allegorica,ovvero qui trasfiguratrice di una voce in perdita.
scolio al digesto:venni a queste immagini di dei quando udii rumore di pioggia alla mia porta
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romanzi che aspirano a non avere una fine
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mercoledì 19 novembre 2008
notizie da un giardino
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martedì 18 novembre 2008
roberto cavallera - da "remisse"
capito quelle le prende si ricorda. le ricorda. piene
dovute a un’epidemia pura, risultate rimesse -via visione afforme sedimento tagliato lì indelicato messo in bocca davanti a tutti d'un comico, incomparabile masticamento, impulso alla deglutizione, mostrato intero, a schermo, a
classico male amare persistere graffiato sul banco a a costituire prova di ( lascia rivelare inesorabile una tendenza a succhiare e non a masticare. la deglutizione interessa i segg. muscoli tutti tenuti insieme da ma da a chi
a carburazione satura - presc 2ml - molto e subito - condilomica di terre, colori che non sembra ma prefigurano necrosi imminenti, principi ultimi a decadimento r
brune luci li alzano belli i vengono come un | il tempo | la specie | nota
quasi a perdere il filo, venire alla cosa, tipo- vedere se (riuscirci, già qualcosa, stare subito (atomizzati in solz parte d liquor perso dimenticati accesi, passare dove si deve si deve per forza
da fare:
presa dal tiro, dal traino, tessuti in tele, lavati in bagni di (non si fa. sentito bene, pensato bene
lav c1-ob, non
non male. in dotazione enne cazzi enne fighe. volgarità opportune, non si creda, non si tema ci voleva- prese dove, sopportate, come - i denti l’acqua il buco il pezzo, ecco
corpuscoli inf. vorrei maschi lì (localizz impr
altro che sfrigolare, gangli limacciosi in zona submand il bolo scende con tutto un ciabattare sordo, l’occlusione viene stimata parziale per via d’un murmure in sede ap uno straparlare, si vorrebbe sputare nella tazza nell’oro dicono no aspetti il tamp - danno una cosa- consv in plastica ..gg
qua si parte senza averne anc una scopata una- (figa a luce strana a male a mari a mezzi vuoti mezzi pieni in n di - dimenticati per ore, adesso presi, adesso scopa parte va da
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sabato 15 novembre 2008
traccia per ipersgorbio
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sussidiario d'arte - tema per conversazione intorno alla poetica
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shrink poems v
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giovedì 13 novembre 2008
giornalini di poesia assoluta - abbreviazione
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venerdì 7 novembre 2008
sussidiario d'arte - un tema di estetica letteraria
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shrink poem project
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giovedì 6 novembre 2008
recognitiones, una carta di identità
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sabato 1 novembre 2008
shrink poems - IV, memoir spinoza
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shrink poems - iii
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shrink poems - ii
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domenica 26 ottobre 2008
geofilosofia allegorica del'europa trasportata in asia
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opera da due soldi
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lunedì 20 ottobre 2008
recognitiones a poe.mi
giovedì 16 ottobre 2008
prolegomeni a un pastiche intorno alla natura della memoria
[tutto dunque è pieno di dei più di quanto ci si accorga, l’avvertimento proustiano risuona fin dall’epoca presocratica attraverso tutto l’ellenismo ed oltre - fino al desolato deserto di ora difficile persino a nominarsi... ecco di seguito, un e non è che una frase dal temps retrouvé,
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intorno alla natura dell'oblio
Ipermnesia, di nuovo, all'ennesima
Gesti di una menade il rigirarsi di una ninfa
Dentro spedizioni oniriche e congiungimenti invisibili
Alle frontiere di un eros ignoto dentro una psiche o anima
Nello spaziotempo illimitata nella fretta immotivata
Di ascoltare un'altra storia meglio una storia altra
L'inconfessato antecedente dalla quiete della casa e del
Libro di lettura al letto che placherà le armi e da li'
A toccarsi fin dentro le ossa balene a dimenarsi sotto
Il filo dell'acqua all'imbocco della valle fra schizzi
Spruzzi zampilli e riflessi la parola a sciogliersi nel cuore
Quale luce in un sogno pure quello di subito primo
Che non fu ma sarà stato raccontato
venerdì 3 ottobre 2008
wsb,terza metà dell'arte
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venerdì 26 settembre 2008
dal fondo manoscritto - atto unico in sette intervalli - scene ottava e nona (obscoena)
Si chiama natividad - intervallo ottavo di nessuno, a compendio
Demoiselles d'honneur et plateau - was ist Traum? - was ist Tod?
L'azione si svolge come segue: balla in un crescendo di fandango
Lotta contro un sé invisibile ne è sopraffatta lo sopraffà
Si straccia le vesti del tutto e le calpesta in un furioso
Battere di tacchi sull'impiantito di colpo le alogene
Lacerano la scena buia illuminando gli abiti stracciati e i passi finali
Si scalza con due calci uguali e distinti cala il silenzio e insieme il buio di colpo.
Lo sfondo testuale è una riscrittura redazionale del sonetto dannunziano intitolato Baccha. se detto suonerebbe come segue, se taciuto comparirebbe
come sopra. chi mi chiama? chi mi afferra? un tirso io sono un tirso coronato di fronde squassato da una forza furibonda mi scapiglio
mi scalzo mi discingo trascinami alla nube o nell'abisso sii tu dio sii tu mostro eccomi pronta centauro sono la tua cavalla bionda fammi pregna di te schiumo nitrisco tritone son la tua femmina azzurra salata come alga la
mia lingua - seguita alla nona eppure finisce qui
Dunque a sé stante
Spezzare il karma - di come possa il vuoto
Colpire il vuoto cioè in nessunissimo modo
Dunque in questo:
chi mi chiama nel passaggio dal fandango al rondò da questo
al minuetto e dal minuetto al fandango. la buccina notturna
del tritone? Il nitrito del centauro un tuono panico?
Son nuda. Ardo, gelo. ah chi m'afferra?
Pubblicato da riccardo cavallo
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martedì 16 settembre 2008
atto unico in sette intervalli - intervalli sesto e settimo
Intervallo sesto - scena di apprendistato
Pare una mula strafatta, invece è:
un'asina che disarciona un cavaliere inesistente
si impenna
si inarca e contorce in un'impasse dentro la quale
non può più andare né avanti né indietro né a
sinistra né a destra di nuovo percossa si dibatte
finché un dio la possiede
entra in un'estasi d'angeli inaccessibile allo sguardo
che sventolano mazzi fioriti sguainano spade
eccola esistere lì di nuovo
per la prima volta
intervallo settimo - provvisoriamente ultimo
detto ritmico - ti saluto bestiario
ansima visibilmente con respiri discreti
fra ruggiti di varie belve e versi d'uccelli
rotola via scompare scomparendo torna
in pulviscoli che paiono coriandoli scoloriti
lunghe spirali di fumo interminabili a commentarne
la scomparsa. Infatti: è qui.
Pubblicato da riccardo cavallo
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