martedì 31 luglio 2007

Jean de Breyne - Poesia che dice più che lunga carta


Giorni particolari impongono

Sia qui che anche là dei silenzi

È può darsi dell’immobilità

che si tratti al di sotto

pure della nube di stornelli

fra i movimenti spaziati

Spostamenti dell’uomo per sedersi

non si muove più oppure

camminare né più lo si vede

scomparso nei boschi cedui

e lo spiegazzamento del suo abito per i rovi

Oppure ancora un comitiva in fuga

mette piede a terra e s’inabissa

a motori spenti

Rimane il tracciato della mosca

e l’intacitabile abbaiare dei cani

il tempo dell’oliva divenuta nera

e i colpi di fucile sporadici

metallici

Nello spostamento che opero

e nel gruppo d’uomini che incrocio

uno m’ha riconosciuto e saluta

alza viso e braccia

Io so che si guarda filare l’auto

e che si ritorna al gruppo

-forse si nomina che si ha salutato

Ritornato io mi restituisco anch’io

al silenzio

al silenzio della carta

al silenzio delle pagine

ai silenzi interrotti

Movimenti d’ali

Aeronavi curiose del cielo blu

Portiera che sbatte raggiungere una convivialità

Ciascuno è l’esempio del silenzio

Oggi l’autunno nella

foglia che cade la

resistenza dei fiori il pensiero da

qua a laggiù a qui

a delle voci mute

ma udibili a dei visi assenti ma riconoscibili una pratica

li sa chiamare curiosa tenerezza

di una giornata color di fuoco

Un martello talvolta

ve ne è un’ora possibile

in un tale giorno di silenzio ed il



2003-2004 (tr. it. Riccardo Cavallo)