4.
il tempo da giovane. la coppia stringendosi tossisce. danno da mangiare ai piccioni, si concedono risposte. tutto quel venir giù piuttosto. il sentiero per la raccolta, becca qui becca qui. le minuzie non infastidiscono concedono anzi una tregua, non considerate le favole migliori (che carino lì intorno), scombinano un po' tutto. l'ago ha una massa infima, se ne esce ricamando. troppa radio amore. fai venir notte. la più bella ha peccato con un bacio
5
dai modi ariosi immersi nel fresco divisi dal reame spiano nel branco il candore delle dame le guardano invecchiare picchiettano il centro del cappello il sudore li caratterizza questa è la ceretta si fa così grida sul tappeto per finta mi piace fra i capelli mormora in una breve bufera a. visti in linee sottili attraversare il fronte battendosi ammirano le posture amano poco affondano il medio b. presa da parte la stringe a sé la testa l'incanto chissà l'argilla il muro in bella vista c. non si spiega ma promette alleanze sistemandosi lo scialle se ridotta consente una discreta interazione nel pieno avvenimento dei volumi
6.
invocano spazio, pagano bene nel giro. hanno una continuazione tutta laterale. li chiamano riempimenti li descrivono come una spirale anche se sono concentrici. ascoltate, crescono nel frastuono dove il fluido non prende se non con un incremento del suolo. lasciano fare all'occhio in ricognizione. spogliati, scemina. dal nulla al quasi nulla l'intenzione del primo a braccia nude e l'altro con le ancelle ad alzar la cresta. perdono fiato aspirano a vigilie fissano mutilazioni nell'album, suggestive le cosce, le protesi in tinta - la musica come se ci fosse - scesi in epoche successive s'aggiustano declinando il perimetro di altre zone disponibili aumentando necessariamente lo sconcerto: l'autore, sappiate, è insonne. sviando con la mano l'atmosfera si danno per impegnati davanti ai numeri le evidenze (è solo l'inizio) agitano le mammelle nella vasca tra le vanità dei sali le schiume
7.
esodo. una tipologia di resa efficace. la scelta dei tessuti aspettando quella col vezzo d'afferrare. la possente disgrazia degli anni e l'involuzione degli abitacoli. coagulano due gocce nel liquore assaporando pronte la corte di teorie e amenità marittime, così la piscina la piccola gomma, si tuffano a turno così magre le figlie della guerra, senza sospiro. le rocce, ricordano, indicative del salto
8.
cos'avranno mangiato / cosa mangeranno. indovinarle lì sotto, edotte della fine, tanto che sulla scena fanno un effetto, si danno il rossetto. ne danno una forma netta ma dilatatoria. gli acquisti rapidi cancellano tutto. vengono così scelte le più belle. hanno spine fanno il loro corso tormentate dai debiti. freschezze di cerimonie tenute sul divano. non che questo renda più drammatica la cosa. delinquono avvenendo, senza dubbio. le città dei suoni, delle canzoni, le paste congelate, il biondo ha cercato le brune. le amature riportate in vecchi codici, si pensa di codificarne qualcuna per gli eccessi secolari. qualche scoperta: venuti di tanto in tanto simulano piraterie sommando brividi sulle dita, rendicontano sicurezze: apri ed entra