venerdì 20 marzo 2009

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operette morali, con episteme e tutto, variazioni a svendere, continua indeterminata manifestandosi determinabile attivata in un’eternità coeva. l'opera sta tutta nella bianchezza, veloce, indistinta. veloce e indistinta io parlo» torna su della polvere, se ne bagna un velo, fatta una forma, stretta tagliata giusta l’attesa. suo l'impulso, la mocciosa scoperta slargava gambe ricolme di corpi d’ipotesi, topologica, probabilistica, scombinata tessuta in grani, in cancri appena trascorsi calpestata da esterni malati da cani. come invecchiano, destinati a priori a protrarsi in punteggiature, trasformarsi locutivi in giri già autunnali. labirinti annunciati ad ogni cambio ad ogni anno. contemplazioni millenarie elevate su draghi sangiorgeschi su preste illusioni simili a un ritorno, simili in ciò stesso a pensieri più alti e veloci a pensieri fatti di complicatissimi incesti