martedì 22 giugno 2010

cut-up agency,filmine


Aveva restituito tutto quello in cambio di spazio e tempo. Gli sembrava di aver respirato tutte quelle cose attraverso la pelle. Laggiù le distanze

,altra cosa che non comunicazione di flusso,non occorsero più la storia né prassi alcuna,la circostanza era l’uscita di scena di uno che in scena non ci stava,e proprio per questo,nella peraltro improvvisata quanto ardua redazione

assorbivano ogni particolare del paesaggio. Continuo a vedere quelle parole. Fiamma, spazio, immobilità, distanza. Si sono trasformati


thing of beauty nel paese del corpo interrotto, della parola spezzata, in cui si mischiano carene, nervature, cartilagini e tendini. una cosa bella è una gioia per sempre: accresce il suo fascino e mai nel nulla

si perderà; sempre per noi rifugio quieto e sonno pieno di sogni dolci, e tranquillo respiro e salvezza.Un serto pertanto oggi girono intrecciamo fiorito, per legarci alla terra,malgarbo la pena dei giorni tristi


Metió los dedos hasta el fondo, la chica gimió y alzó la grupa, sintió que sus yemas palpaban algo que instantáneamente nombró con la palabra estalagmita.


He pushed his fingers all the way in, the girl moaned and raised her haunches, he felt the tips of his fingers brush something to which he instantly gave the name stalagmite


l’isomorfismo fra racconto e frase,avendo la tragedia come oggetto elettivo la liberazione dal tragico,pensare a Socrate come semiotica di Platone(così Husserl),un’istantanea ancora da sviluppare dopo venticinque secoli.