l’immensa sorpresa della calma, silenzio improvviso che bloccava tutto. Ciò produsse un grande intervallo, ma qual era il suo significato: riposo dopo l’annientamento? gloria del penultimo giorno? Non avevo quasi il tempo di domandarmelo, avevo solo quello di cogliere, di sorprendere anch’io la verità di quello sfioramento e di chiederle: «Ma come, eri qui? Adesso?».a questa morte incessante, dalla quale siamo strappati all’essere sperimentale e rinviati all’informe finzione del tutto. Con la sua ambiguità, col gioco che essa pone al posto del lavoro, con quella specie di brulicare di parassiti che sostituisce alla stabilità del mondo «reale», la letteratura ha consacrato lo scrittore – e persino il lettore – a qualcosa di diverso dal mondo effettivo. Una simile descrizione, che presenta aspetti oscuri, prende in esame una creazione che è lecito definire insospettata, una creazione che assegna all’esistenza