Farò un versus d puro niente,né su di me né su altra fu dormendo che l’inventai ad abbracciarla anch'essa la voce là dentro di te e anche dentro quale amore traboccasse birrra d'oro dai calici del lied di schubert nel mutarsi di sestina in palinsesto in quel che ne siano il sogno la morte tutt'altro una mappa solum nella sua mente,di un mondo dove avrebbe potuto fuggire una terra per le immagini- poiché la poesia, è volersi liberare dai vincoli del concetto e dei fantasmi è: farò un versus di puro niente, carmina vel coelo possunt deducere lunam né su di me né su altra gente,né d’altro mai, la scrittura ha bisogno d’incontrare ciò che combatte, non in un’idea, nella vita che s’insinua nelle esperienze più intime-sirventese dei vestitini a occhi antipunti di riferimento:per ogni segno una cecità -tanta lotta terrena non è che illusione,la terra come superficie immaginaria.oscurare la propria luce così da camminare tranquilli. Farò un versus di anzi a cavallo, fu dormendo,che l’inventai. Non so con che sorte son